Io il film l'ho visto al cinema e vi assicuro che nella sala piangevano tutti e non eravamo solo donne!
Ritengo che una situazione del genere sia molto estremizzata, trattandosi appunto di una finzione cinematografica. Il personaggio in questione si sente in colpa per aver causato con la propria distrazione la morte di sette vite innocenti e cerca con il suo gesto di riparare il torto procurato dando delle speranze e delle possibilità ad altrettante vite meritevoli di essere aiutate.
Non credo che nella realtà si possa arrivare a tanto, penso che nessuno consapevolmente pensi di uccidersi per donare i propri organi a qualcuno che ne ha bisogno sia pure il proprio figlio.
Si donano organi che ci permettono comunque di vivere, un rene, il midollo osseo, ma la propria vita è un bene troppo grande che immagino nessuno voglia perdere.
Molti lavori hanno come fine ultimo il sacrificio della propria vita per salvarne altre, vedi ad es. i vigili del fuoco, le forze di polizia, tutti coloro che lavorano per la giustizia, ma ognuno di loro alla fine del proprio turno di lavoro torna a casa ringraziando Dio di essere ancora vivo.
Certo bisognerebbe trovarsi al bivio in cui da una parte ci sei tu e dall'altra un figlio (e ripeto figlio perchè penso che il gesto estremo possa essere rivolto soltanto verso di lui)che ha bisogno di te, ma bisogna considerare anche altri fattori: primo, nessuno permetterebbe di fare una cosa del genere, un suicidio assistito equivale ad un omicidio, secondo ci vuole una buona dose di coraggio e disperazione per portare a compimento un simile piano.
Si sceglie sempre, anche quando non si sceglie...