Donare se stessi

Ieri ho visto un film che mi ha colpito come un pugno allo stomaco ed è di quello che il personaggio principale ha fatto vorrei parlarvi.

In un incidente stradale causato dalla disattenzione nel leggere dei messaggi sul cellulare, il personaggio di questo film provoca un incidente catastrofico e la morte della propria giovane moglie oltre quella di altre sei persone. Sette vittime in tutto.

Da questo momento, l'interprete spende la propria vita alla ricerca di persone meritevoli d'essere aiutate, di ricevere un dono.

Durante il proprio cammino, l'interprete, cerca e trova persone che hanno bisogno chi del trapianto di un rene, chi del trapianto di cornee, chi di midollo osseo, chi di un aiuto concreto per sfuggire alle violenze del proprio compagno ed incontra anche una persona bisognosa di un trapianto di cuore.

Sulla storia della ragazza bisognosa del trapianto di cuore il film si concentra, e di quella persona il nostro personaggio si innamora in modo ricambiato...

Il film giunge verso il suo epilogo quando il nostro interprete decide che è arrivato il momento, ed il momento è quello in cui la ragazza di cui è innamorato necessita immediatamente del trapianto di cuore.

Il nostro personaggio prepara nei minimi dettagli il proprio suicidio per fare in modo, come come aveva programmato con un suo amico a cui aveva affidato l'incarico dopo la propria morte di contattare i bisognosi di trapianto, di fare in modo che i propri organi venissero donati a sette persone, tra cui la ragazza di cui si era innamorato, che aveva bisogno di un cuore nuovo.

Con il suo ultimo gesto, il personaggio che era assalito in continuazione dai rimorsi causati dalla disattenzione che aveva provocato la morte di sette persone, dona una nuova vita a sette persone che si era preoccupato di scegliere con cura tra quelle davvero meritevoli di un così prezioso dono.

La mia domanda rivolta a voi adesso è:

Sareste voi disposti a donare la vostra vita anche solo per salvarne solo una, quella della persona che amate? La persona amata può essere chiunque, un figlio, il compagno/a...

Quello che ho visto ieri, a parte la grande commozione suscitata ha provocato un forte scombussolamento su quelli che sono i reali valori della vita.

A questa domanda, io la risposta francamente ancora non ce l'ho ma penso che il solo fatto di pormi la domanda rappresenti già un passo avanti...

Buondì!
Ho capito di quale film stai parlando, ma non l'ho visto.
Spero di riuscire a vederlo prima o poi il che dipende solo dal mio stato d'animo, magari un giorno che non riuscirò a smettere di ridere lo guarderò...perchè in caso contrario potrei abbatermi un bel pò e non è per questo che in genere mi dò alla visione di un film.

Riguardo la tua domanda, non so...in genere si dice che per le persone che si amano ci si butterebbe nel fuoco, ma secondo me è un pò troppo facile metterla così, quindi anche io mi riservo la possibilità di pensarci un pò su!

Il personaggio del film dona la propria vita per liberarsi dai sensi di colpa.
Mi sembra terrificante preparare nei minimi dettagli il proprio suicidio, un atto di follia ben diverso da un atto d'amore.
Donare la propria vita per chi si ama uccidendosi comporterebbe un trauma alle altre persone che ci vogliono bene e neppure il beneficiario gradirebbe il "dono". Essere vivo perchè un altro si è privato della vita è angosciante, si finirebbe dritti dallo psicanalista.
Per rispondere alla domanda, io penso che ci sono situazioni in cui bisogna trovarsi dentro, solo allora il proprio cuore indica la strada da seguire, non si può rispondere a priori.
In generale, no, non sarei disposta a donare la mia vita per altri, non per egoismo, ma perchè non è così che si risolvono i problemi. Considero la vita sacra e indisponibile (salvo il caso di gravissima malattia), ammetto invece la donazione di un organo a un familiare (per es. un rene), questo si sarebbe un atto d'amore:"dono una parte di me per continuare a vivere accanto a te".

Maia., 03/01/2011 14.30:

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Il personaggio del film dona la propria vita per liberarsi dai sensi di colpa.

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E' vero. A parte nella finzione di un film non so chi farebbe una cosa del genere per liberarsi dei sensi di colpa. Tanti continuano a vivere come se nulla fosse mai accaduto, tanti altri vanno dallo psicanalista, e alcuni la fanno finita e basta. Ma usare il proprio corpo anche se in preda ai sensi dei colpa, per salvare altre vite questa non l'avrei immaginata. Però stiamo parlando di un film. Pura finzione... forse.

Maia., 03/01/2011 14.30:

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Mi sembra terrificante preparare nei minimi dettagli il proprio suicidio, un atto di follia ben diverso da un atto d'amore.

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In questo caso, a parte la "follia" del suicidio, ed a parte l'implicazione sentimentale dalla quale l'interprete avrebbe voluto tenersi lontano, quello di compiere un gesto così estremo come questo non lo classificherei con l'aggettivo terrificante, ma ovviamente è solo la mia opinione, perchè altrimenti, forse, dovrei classificare in modo simile il gesto di chi decide di lasciare questo mondo e quello di chi fa si che questo diventi possibile, attraverso l'eutanasia. Paragone certamente forzato per un argomento peraltro troppo complesso da discutere su un forum, mi rendo conto.

Maia., 03/01/2011 14.30:

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Donare la propria vita per chi si ama uccidendosi comporterebbe un trauma alle altre persone che ci vogliono bene e neppure il beneficiario gradirebbe il "dono". Essere vivo perchè un altro si è privato della vita è angosciante, si finirebbe dritti dallo psicanalista.

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Vero. Ma il tarlo del dubbio mi rimane lo stesso, e sottolineo il tarlo, perchè di certezze non ve n'è, se nella condizione in cui la persona bisognosa di un trapianto di cuore (per fare un esempio estremo) fosse un figlio ed il suo tempo stesse per scadere senza vie d'uscita. Ma forse su quest'ultimo pensiero la pensiamo, perlomeno a livello di dubbio nello stesso modo se ho interpretato bene quello che hai scritto qui.

Maia., 03/01/2011 14.30:

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Considero la vita sacra e indisponibile (salvo il caso di gravissima malattia)

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mi e' venuta la pelle d'oca a leggere il racconto.....mah....se faccessi una cosa cosi..anche se cambiando i termini credo che la prima persona che ci starebbe male sarebbe la persona stessa a cui farei il dono.....donerei si la vita per chi amo..marito o figlio che sia.....ma non programmandolo con quella freddezza e lucidita'.....sembra quansi dal racconto che ci fosse un tentativo anche di alleggerirsi la coscienza verso pe persone morte.....ma non ho visto il film...forse son cose non centrate

Proviamo a separare le due situazioni:

Situazione 1). Quella rappresentata nel film
Situazione 2). Quella che per salvare una persona amata potrebbe portarci al sacrificio estremo.

Parto prima dalla situazione 2. Credo sia palese in questo caso che non ci sarà mai una pianificazione cinica del gesto di togliersi la vita per salvare quella della persona amata. In questo caso si spera fino alla fine che l'organo vitale di cui essa ha bisogno possa arrivare da un donatore esterno. Potrebbe essere solo nel caso estremo che non essendoci donatori compatibili e non essendoci più tempo a disposizione per poter attendere oltre che in modo emotivo e certamente non pianificato una persona potrebbe decidere di compiere l'atto estremo.

Sul fatto poi di pensare che il ricevente possa stare male al pensiero che il suo donatore ha donato la propria vita per salvarlo, provate a pensare ad un figlio, sangue del nostro sangue e provate a pensare al suo stato d'animo sapendo che il genitore si è sacrificato per lei/lui. Io ho provato a mettermi nei panni di un figlio che riceve in dono la vita da uno dei propri genitori e che ci crediate o no, a parte il dolore iniziale penso che proverebbe un senso di gratitudine eterno per il più grande dono che potesse essergli mai fatto.

La Situazione 2. E' completamente differente, perchè la decisione di programmare la propria fine è lagata al fatto di fare in modo d'avere la certezza che i propri organi possano essere donati solo a persone buone realmente meritevoli di riceverli. Come ho già scritto, tutto è guidato dai sensi di colpa, ma come ho sottolineato possono esserci mille modi per liberarsene. Il più semplice sarebbe quello di farla finita e basta. Ma in questo caso, credo che il gesto in se potrebbe essere classificato in modo molto più egoistico.

In ogni caso, il titolo del film per chi no lo avesse inquadrato è "Sette Anime" ("Seven Pounds" nella versione inglese). E' il film di Gabriele Muccino interpretato da Will Smith. Certamente dalla mia sintesi non si possono scorgere tutti i dettagli che ne fanno una storia tutt'altro che cinica. Al limite vi consiglio di cercare su You Tube gli spezzoni pubblicati così potrete farvene un'idea un po più precisa.

(emm..guarda che hai ripetuto il numeretto 2)

beh immedesimendomi nel mio piccolo che riceve questo da me...si ci sarebbe altro che gratitudine.....ma mi sembra di vedere la scena..lui che chiama mamma come ogni giorno...senza sentire la risposta....anche se ce l'ha in se.....

...mi sa che se lo guardo sto' film piango di brutto

Olympia78, 05/01/2011 0.18:

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(emm..guarda che hai ripetuto il numeretto 2)

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Ops!

Olympia78, 05/01/2011 0.18:

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...mi sa che se lo guardo sto' film piango di brutto

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Io il film l'ho visto al cinema e vi assicuro che nella sala piangevano tutti e non eravamo solo donne!

Ritengo che una situazione del genere sia molto estremizzata, trattandosi appunto di una finzione cinematografica. Il personaggio in questione si sente in colpa per aver causato con la propria distrazione la morte di sette vite innocenti e cerca con il suo gesto di riparare il torto procurato dando delle speranze e delle possibilità ad altrettante vite meritevoli di essere aiutate.
Non credo che nella realtà si possa arrivare a tanto, penso che nessuno consapevolmente pensi di uccidersi per donare i propri organi a qualcuno che ne ha bisogno sia pure il proprio figlio.
Si donano organi che ci permettono comunque di vivere, un rene, il midollo osseo, ma la propria vita è un bene troppo grande che immagino nessuno voglia perdere.
Molti lavori hanno come fine ultimo il sacrificio della propria vita per salvarne altre, vedi ad es. i vigili del fuoco, le forze di polizia, tutti coloro che lavorano per la giustizia, ma ognuno di loro alla fine del proprio turno di lavoro torna a casa ringraziando Dio di essere ancora vivo.
Certo bisognerebbe trovarsi al bivio in cui da una parte ci sei tu e dall'altra un figlio (e ripeto figlio perchè penso che il gesto estremo possa essere rivolto soltanto verso di lui)che ha bisogno di te, ma bisogna considerare anche altri fattori: primo, nessuno permetterebbe di fare una cosa del genere, un suicidio assistito equivale ad un omicidio, secondo ci vuole una buona dose di coraggio e disperazione per portare a compimento un simile piano.

Ognuno a proprio modo ha ragione in questa discussione. Sia chi dice che è impossibile che una cosa del genere possa verificarsi, sia chi non lo esclude.

Il fatto è che personalmente non ho risposte certe su quello che potrei fare se messo di fronte a situazioni analoghe a questa e quindi, di conseguenza, sono portato a non escludere nessuna delle scelte.