Rifiuti tossici. Greenpeace: una petizione turca chiede all'Italia di riprenderseli!

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CHM LIPU OSTIA
00martedì 3 febbraio 2004 14:25


Una petizione firmata da 35.000 cittadini turchi e 156 associazioni e
comitati locali è stata consegnata ieri da Greenpeace al Sottosegretario
all'ambiente della Turchia, con la richiesta del rientro in Italia dei
rifiuti tossici italiani inviati in Turchia e della bonifica dei siti
contaminati. I due governi hanno istituito una Commissione intergovernativa
e una delegazione del ministero dell'ambiente turco incontrerà domani a
Roma rappresentanti del ministero dell'ambiente italiano, per la prima
volta, per porre fine a questo scandalo. Sono circa 3.000 i bidoni di
rifiuti tossici italiani, inviati in Turchia e gettati nel Mar Nero alla
fine degli anni 80. Solo 367 barili sono stati trovati sulle spiagge del
nord della Turchia e buona parte del carico rimane tuttora sui fondali del
Mar Nero, causando un serio danno ambientale e di salute pubblica. I
rifiuti sono ancora stoccati nei due depositi turchi, a Sinop e Samsun
nonostante le evidenze della loro origine italiana. "Il ministro Matteoli
si è smentito. Si era impegnato a riportare i rifiuti in Italia durante un
incontro avvenuto con Greenpeace nel gennaio 2002, ma successivamente ha
cambiato avviso, sostenendo che l'unico impegno del Ministero è quello di
assistere la Turchia nello smaltimento dei rifiuti nel Paese. Questa
ipotesi non è accettabile per le comunità locali che convivono con i nostri
rifiuti da 16 anni e non sono alla ricerca di un ulteriore inquinamento, ma
piuttosto di una piena assunzione di responsabilità" ha detto Vittoria
Polidori, campagna inquinamento di Greenpeace Italia. Greenpeace si batte
da anni per la soluzione di questo problema e lo scorso novembre, a
Catania, alla tredicesima Conferenza delle Parti della Convenzione per la
protezione del mar Mediterraneo, è stata rinnovata la richiesta al ministro
dell'ambiente, Altero Matteoli. Leggi il rapporto "15 anni di scandalo" e
l'aggiornamento su:
www.greenpeace.it/inquinamento/rapporti/rapportorts.pdf
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