Nuovo album di Jovanotti!

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kdario129
00sabato 30 ottobre 2004 01:36
Buon Sangue

A inizio 2005 il nuovo album di Jovanotti



Per chi si chiedesse che fine ha fatto Jovanotti, nessuna paura.
Il vecchio Lorenzo nazionale è al lavoro e pubblicherà all'inizio del 2005 un nuovo album.

La release si intitolerà "Buon Sangue" e vedrà la luce su etichetta Universal. Jovanotti sta ultimando in questi giorni le registrazioni e in ottobre inizierà il mixaggio dei pezzi, che - per sua stessa ammissione - riservano non poche sorprese.

Per il momento non è dato sapere di più, ma attendiamo con ansia qualche ulteriore info.

da MTV.it

[Modificato da kdario129 28/05/2005 2.49]

kdario129
00sabato 30 ottobre 2004 01:37
Era da un sacco di tempo che speravo di leggere una notizia del genere.... sono molto contento, non vedo l'ora di poter ascoltare del materiale nuovo sul MIO Jovanotti!![SM=x125585]
mrathlon900
00martedì 2 novembre 2004 20:38
ecco perchè il mondo non riusciva a trovare la pace e la soluzione a debiti e guerra...

...non era ancora uscito l 'album del JOVA!!!!!!


ps. scherzo, anche io aspetto con ansia l'album di un cantautore che molto spesso ha saputo regalarmi grandi emozioni
mj1983
00mercoledì 3 novembre 2004 00:17
aspetto ank'io l'uscita![SM=x125585]
kdario129
00mercoledì 3 novembre 2004 19:46
Io non vedo l'ora che esca!!!!![SM=x125608]
kdario129
00sabato 7 maggio 2005 11:21
Lunedi 13 esce finalmente l'album, e ovviamente io sarò al negozio a comprarlo, visto che sono anni che lo aspetto..... il primo singolo si intitola "(tanto)3" e sono rimasto colpito dalla nuova trasformazione di Jovanotti..... consiglio a tutti di ascoltare questo pezzo.... secondo me o rimarrete innamorati di questa canzoni o la odierete..... ascoltatela e fatemi sapere!!!![SM=x125585]
mrathlon900
00sabato 7 maggio 2005 11:49
come ti ho già detto in privato se l'album manterrà il sound sel singolo... ci sarà qualcosa di molto gradevole da ascoltare!
SmoothCriminal
00sabato 7 maggio 2005 12:24
non ho ancora sentito il singolo ..........cmq sono fiducioso nel jova, mi è sempre piaciuto [SM=x125601]
kdario129
00sabato 7 maggio 2005 16:16
Re:

Scritto da: SmoothCriminal 07/05/2005 12.24
non ho ancora sentito il singolo ..........cmq sono fiducioso nel jova, mi è sempre piaciuto [SM=x125601]




Se entrassi nell'hub....
Matheusz
00lunedì 16 maggio 2005 14:37
Ho ascoltato tutto l'Album su consiglio di Dario!
Il mio giudizio è abbastanza positivo, considerando il fatto che di Jovanotti ho apprezzato qualche canzone qua e la in passato, ma non mi ha mai fatto "impazzire". Ho trovato molto bella la canzone "Mi fido di te", mentre le altre sono discrete! [SM=x125585]

[Modificato da Matheusz 16/05/2005 14.38]

kdario129
00lunedì 16 maggio 2005 23:33
Per adesso il mio consiglio non lo metto ancora.... ma mi sono già accorto che la canzone "Mi Fido Di Te" è piaciuta a tutti quelli che l'hanno ascoltata![SM=x125595] ..... anche io l'adoro questa canzone!![SM=x125585]
DIRO©
00martedì 17 maggio 2005 12:00
Re:

Scritto da: kdario129 16/05/2005 23.33
Per adesso il mio consiglio non lo metto ancora.... ma mi sono già accorto che la canzone "Mi Fido Di Te" è piaciuta a tutti quelli che l'hanno ascoltata![SM=x125595] ..... anche io l'adoro questa canzone!![SM=x125585]


ma ho sentito pochi secondi del nuovo singolo sbaglio ho cè una virata allo stile del Tiziano Ferro?[SM=x125653]
mrathlon900
00martedì 17 maggio 2005 12:59
Re: Re:

Scritto da: DIRO© 17/05/2005 12.00

ma ho sentito pochi secondi del nuovo singolo sbaglio ho cè una virata allo stile del Tiziano Ferro?[SM=x125653]



confermo. hai sentito (troppo) pochi secondi..
kdario129
00mercoledì 18 maggio 2005 12:29
Jovanotti presenta 'Buon sangue': 'Questo disco è il mio Kill Bill'


Lorenzo “Jovanotti” Cherubini (così si presenta oggi, sulla copertina del nuovo album) è uno che parla come canta, e nel raccontarsi in pubblico usa lo stile dei suoi dischi. Rappa, sterza, improvvisa, devia, torna al punto di partenza, segue il flusso, rompe gli argini, sviluppando il discorso per ellissi e cerchi concentrici. Figurarsi quando, come in questo caso, deve parlare di un disco “che raccontarlo è un gran casino” come il nuovo “Buon sangue” (in uscita il 13 maggio). “Un disco che per me è stato davvero un viaggio, un’avventura. Viscerale, sanguigno. Che è nato in un modo ed è diventato altro, che mi si ribellava contro, mi scappava e io lo riacciuffavo. A un certo punto mi sono reso conto che dovevo chiedere aiuto a qualcuno. Sembra un paradosso, ma per fare il disco più mio ho avuto bisogno degli altri”. Un esempio? “Ascoltando ‘(Tanto) 3’ qualcuno mi ha detto che sembrava la mia fotografia. Ma questo non è un disco più autobiografico di altri, per fare autoanalisi, nel caso, si va dal medico. E’ vero, quel pezzo mi assomiglia molto ma non parla della mia vita: avevo letto una lettera del Petrarca ad un amico e ne ho fatto una canzone. Poi è stato il suono del basso programmato sul 303 a darmi l’idea del titolo. ‘La valigia’, forse, è un pezzo che avrei potuto fare anche cinque anni fa, ma questo no. Ci abbiamo lavorato un sacco, su queste canzoni, per spiazzare le attese. Nel caos, come diceva Calvino, ci sono diverse strade che si possono prendere. Ne è venuto fuori un disco che mi accende, che mi fa venir voglia di rimettermi in viaggio e che dal vivo sarà una bomba (Jovanotti lo presenterà nei festival estivi in Europa, e in Italia nei mesi autunnali). E’ sperimentale ma pop, a cavallo tra canzone del ‘900 e qualcosa che ancora non c’è. C’è antico e moderno, e nessun punto di riferimento”. Lorenzo ne parla con foga e passione, nella penombra del Plastic di Milano (“Per me è un luogo significativo, ne sentivo parlare quando ero ancora a Roma come di un posto dove succedevano le cose. Lo frequentavo nell’87, una volta ci ho incontrato persino Keith Haring”), e li ringrazia uno per uno, i suoi aiutanti: “Stefano Fontana, Stylophonic, ha dato un grande apporto iniziale. I Planet Funk hanno scritto con me un pezzo ma sono stati un riferimento in tutto il disco. Celso Valli è un po’ il loro opposto, il miglior arrangiatore che ci sia nel campo della musica leggera di classe. Michele Canova, che ha lavorato con Tiziano Ferro e che considero il miglior produttore della nuova generazione, ha avuto un ruolo importantissimo, mi ha aiutato a sviluppare e finire il lavoro. E poi ringrazio i miei musicisti. E la Universal, che ha aspettato un anno senza mettermi addosso troppa pressione, solo il giusto. E Francesca, che mi è stata vicina mentre lo realizzavo”. La dedica finale, nei crediti, tocca invece a Tiziano Terzani, il celebre scrittore e giornalista toscano scomparso nell’estate del 2004. “Quando era malato non voleva più vedere nessuno, ma accettò una mia visita. Passammo una bellissima giornata a Firenze, a parlare di tante cose. Lui mi ha insegnato il coraggio, a seguire le mie inclinazioni e i miei desideri, a costruire e distruggere, buttar via e ricominciare da capo, a viaggiare e non fermarsi, a considerare l’ideologia come un punto di appoggio ma non come una scusa. Mi disse che gli piaceva molto il titolo ‘Mi fido di te’. E in effetti è forse il mio pezzo preferito del disco”. E un altro è proprio “Coraggio”: “Una specie di chiamata alle armi indirizzata a un’umanità scomposta, come se a farla fosse un dj o un venditore. E’ una dote essenziale di un artista, quella di mettersi in situazione di pericolo. Se no, che ci stiamo a fare, qui?”
L’esuberanza creativa del team ha portato, ad un certo punto, a lavorare su piu di trenta pezzi. “Di qui”, spiega Lorenzo, “l’idea del secondo disco aggiunto nell’edizione limitata. Si intitola “Extra F.U.N.K.”, dove F.U.N.K. sta per Fratelli Uniti nel Kaos, perché dal funk ero partito, per fare questo disco e quando ho iniziato a prendere coscienza di me come musicista. Pensavo al bus dei Parliament che tampona Nino Rota, o qualcosa del genere. Poi il disco ‘vero’ ha preso altre strade, e qui sono rimaste altre canzoni, più rudi, meno rifinite”. Non che il funk e la house siano scomparsi, da “Buon sangue”, tutt’altro…". Il fatto è che la musica elettronica è viva, pulsante, ha il fuoco dentro. Cos’ha più calore, oggi, il campionamento di una batteria analogica o un turnista di studio? Ad un certo punto lo dico anche nel disco, quel che è finto oggi sembra vero e viceversa. E la canzone tradizionale è invecchiata, solo qui continuiamo a menarcela col Festival di Sanremo. E’ l’hip hop il linguaggio comune ai ragazzi di tutto il mondo: a Nairobi e a Johannesburg, a Berlino come nelle favelas di Rio. Un giorno, mentre lavoravo al disco, correvo in Parco Sempione e osservavo dei ragazzi un po’ annoiati che avevano bigiato la scuola. Questo disco l’ho fatto per comunicare con loro, pensando al pubblico. Il mio modello è stato il ‘Kill Bill’ di Tarantino: un film popolare ma che è anche un viaggio nella modernità. E’ un film sulla violenza? Sull’amore? Un film parodistico? Un cartone animato? Un po’ tutte queste cose, e dà emozioni fortissime. Mi ha indicato un sentiero su cui muovermi”.
E il titolo, “Buon sangue”? De Gregori glielo invidia (vedi News)… “L’ho letto su Rockol, e mi ha fatto molto piacere. La Universal non era convinta, pensava che la parola sangue suonasse minacciosa e sgradevole al pubblico. Per me invece ha un significato forte e antico. Quando ho letto la dichiarazione di De Gregori su Rockol mi sono convinto di aver fatto la scelta giusta. La sua ultima canzone mi piace moltissimo, non sembra un po' mia?”. Poi, largo alle domande sui massimi sistemi. Figure di riferimento? “Come molti, oggi, non he ho”. I referendum del 12 giugno? “Andrò a votare, questo è uno di quegli argomenti che non va lasciato alla politica. Per ora quel che mi è chiaro è che esiste una legge mal fatta e che va cambiata. Ho sempre votato a sinistra ma sono di educazione cattolica e non so ancora se voterò quattro sì. La scienza è importante, ma oggi è in mano ad aziende che hanno a cuore il profitto, non il progresso”. Papa Ratzinger? “Noi terzomondisti ci aspettavamo il papa abbronzato ed è venuto fuori il più bianco di tutti. Ero perplesso, poi ho visto come l’ha disegnato mia figlia e ho provato a pensarlo così. Alla fine non mi dispiace la scelta, chi ha detto che ci serve un papa ecumenico? E’ bello che un papa dica cose da papa. Parlo da artista, anche se c’è stato un periodo in cui io stesso parlavo da papa…”. Appunto: dove sta il messaggio, in “Buon sangue”? “Non c’è, e non ci sono slogan. La vita non consegna lettere ma resta un’esperienza entusiasmante da fare. E’ vero, sono meno scanzonato di prima, quel che ci succede intorno mi preoccupa e a volte mi scoraggia. Ma continuo a vedere il bicchiere mezzo pieno. E ancora oggi un pezzo come ‘Penso positivo’ mi rappresenta in pieno”.

[Modificato da kdario129 18/05/2005 12.30]

kdario129
00mercoledì 25 maggio 2005 11:05

Jova piace..."tanto"!
E' davvero un "Buon Sangue" quello di Jovanotti. Il nuovo album dell'artista di Cortona, in una sola settimana, ha raggiunto la vetta della classifica dei dischi più venduti ed ha superato il traguardo del Disco di Platino. Comincia a circolare intanto il video del nuovo singolo, "Tanto (3)", diretto da Ambrogio Lo Giudice, lo stesso regista di "Serenata Rap", "Bella", "Penso positivo" ed altri grandi successi del Jova...

da RETEALLMUSIC.it
.Eclettico.
00giovedì 26 maggio 2005 11:48
Ascoltato !

Proprio un album niente male, semplice, essenziale, senza troppi fronzoli, e conciso.

una delle canzoni che mi ha colpito di più e stata "Per me", sopratutto per l'arrangiamento ........nonostante non abbia molta simpatia per le canzoni "amorose" [SM=x125591]

cosa ne pensate ?[SM=x125634]
kdario129
00venerdì 27 maggio 2005 00:16
Io l'ho ascoltato parecchie volte..... tra poco farò una recensione.... quello che ti posso dire è che l'ho apprezzato parecchio![SM=x125595]
mrathlon900
00venerdì 27 maggio 2005 02:24
il secondo ascolto è andato meglio del primo [SM=x125585]
DIRO©
00venerdì 27 maggio 2005 10:03
Re:

Scritto da: mrathlon900 27/05/2005 2.24
il secondo ascolto è andato meglio del primo [SM=x125585]


si concordo....menomale che ha lasciato da parte quel sound da frichettone dell'album precendente...il nuovo sound fa molto frankiy high energy (si scrive cosi?)
.Eclettico.
00venerdì 27 maggio 2005 10:30
Re: Re:

Scritto da: DIRO© 27/05/2005 10.03

si concordo....menomale che ha lasciato da parte quel sound da frichettone dell'album precendente...il nuovo sound fa molto frankiy high energy (si scrive cosi?)



Frankie hi-nrg !!!

Il quinto mondo è un album molto intelligente, anche se ai primi ascolti può sembrare pesante (devo dire che all'inizio, non piaceva neanche a me). Cmq in Buon sangue c'è un ritorno al Jovanotti dei metà '90, sopratutto nello stile del cantato. Invece nelle musiche continua a guardare avanti [SM=x125585] .
kdario129
00sabato 28 maggio 2005 02:47
Jovanotti
BUON SANGUE


Non fatevi ingannare dai fiumi di parole che solitamente accompagnano l’uscita di un disco di Lorenzo. Non fatevi fuorviare dal modo in cui lui stesso ha presentato questo “Buon sangue”, il disco del “ritorno” sulle scene dopo 3 anni. “Buon sangue” non è l’inno al relativismo musicale, al kaos sonoro di cui si sente dire in giro. “Buon sangue” è il suo disco più disco. E’ un album in cui Lorenzo è riuscito a far quadrare il cerchio, convogliando il suo disordine in una forma che non dimentica la canzone tradizionale, ma non tradisce la volontà di sperimentare.
Andiamo con ordine, partendo dai fatti: “Buon sangue” arriva ad oltre 3 anni da “Il quinto mondo”. 3 anni lunghi, intensi e anche difficili. Anni iniziati con una sovraesposizione mediatica e musicale, a volte cercata e a volte subita; anni proseguiti con una ricerca, un ritorno alla dimensione più vera della musica, perseguiti sia con progetti paralleli (il disco con il Collettivo Soleluna), sia con il silenzio.
“Buon sangue” è il punto di (non) ritorno. E’ un disco-fiume, come nella tradizione di Lorenzo; ma è un fiume arginato, incanalato per il verso giusto, senza le esuberanze musicali che rendevano particolare, nel bene e nel male, “Il quinto mondo”. Tradotto: è un disco più prodotto e meno suonato; la band (e che band) ovvero si sente dietro Lorenzo; ma si sente anche una maggiore voglia rispetto al passato di dare forma alle idee musicali, anche grazie all’uso dell’elettronica. Da questo punto di vista è stato fondamentale, lo ha raccontato lo stesso Lorenzo, il contributo di Stefano “Stylophonic” Fontana, di Michele Canova (il deus ex machina di Tiziano Ferro) e dei Planet Funk, al lavoro su “Coraggio”.
Ecco, si può partire proprio da qui, da questa canzone: una canzone dance, un ritmo travolgente, su cui Lorenzo fa una chiamata alle armi, invocando categorie professionali improbabili. Insomma, la canzone inizia come ritmo elettronico puro, e con una struttura anti-narrativa. Però poi si apre sul ritornello con una chitarra agli U2 che apre la melodia, e si ritorna alla forma canzone. Uno schema simile avviene su “Penelope” (che vede la partecipazione di Edoardo Bennato) o sul singolo “(Tanto)3”, che sicuramente conoscete già: una base sperimentale e non lineare su cui si innestano elementi tradizionali. Poi c’è l’altra faccia del disco, quella in cui Lorenzo fa il gioco opposto: canzoni tradizionali come le “Mi fido di te”, “Per me” o “La valigia”, su cui vengono innestati elementi di sperimentazione: ritmi elettronici, campionamenti… Come lo ying e lo yang, in ognuna delle due tendenze, sperimentazione e tradizione, c’è sempre un po’ dell’altra.
Il gioco funziona, quasi sempre, anche perché le canzoni non sbrodolano mai: sono tutte brevi, concise. Certo, poi, se comprate la “limited edition” vi trovate un CD con 13 altre canzoni: un “Extra F.U.N.K” (che sta per “Fratelli uniti nel Kaos”), fatto di “outtakes”, provini di studio che raccontano come è nato il disco, in forma volutamente più rude e torrenziale: se ne parla più dettagliatamente nell’altra recensione, che rockol pubblica in coda a questa.
Ma insomma, bravo Lorenzo: sei riuscito a non tradire la tua identità musicale, a farci credere che questo disco sia caotico, sia la tua consueta (!?) invettiva musicale che frastorna gli ascoltatori. E invece no. Anzi, e invece ni: ci sono un sacco di idee, di parole, di musiche. Ma “Buon sangue” è un disco tutt’altro che relativista (ammesso che questa categoria possa avere senso applicata alla musica), perché ha idee forti, più che in passato.

da ROCKOL.it
di Gianni Sibilla
kdario129
00sabato 28 maggio 2005 02:48
Jovanotti
BUON SANGUE


“Fior di giornale, i critici mi han scritto bene e male / ma i giorni tristi, a dirla veramente / son stati quelli che non hanno scritto niente”.

Una delle ragioni per le quali Rockol non recensisce i dischi nel giorno immediatamente successivo alla loro uscita è che ci piace prenderci il tempo di ascoltarli con attenzione, per poterne riferire in maniera completa. Francamente dubito che qualcuno dei colleghi che ha già ampiamente scritto di “Buon sangue” abbia ascoltato interamente e con la dovuta attenzione anche il secondo disco dell’edizione limitata, “Extra F.U.N.K.”: Beh, comunque io l’ho fatto, ed è proprio nell’ “Antologia di stornelli”, uno dei 13 brani del secondo Cd, che ho trovato i versi riportati in apertura di queste righe. Da questi partirei, per parlare del nuovo lavoro di Lorenzo.
Era mia intenzione aprire con una riflessione su quanto a Jovanotti è successo negli ultimi anni, ma molto meglio di quanto avrei potuto farlo io l’ha fatto Stefano Pistolini sul “Foglio” di sabato 14 maggio, nella prima puntata della sua nuova rubrica di argomento musicale (a proposito, bentornato a Stefano che riprende a scrivere di musica: si sente sempre il bisogno di menti lucide). Sicché, attacco con una considerazione: il Lorenzo di “Buon sangue” è un uomo di dubbi, non di certezze – il che me lo rende anche più caro, perché se c’era qualcosa che mi lasciava perplesso, in passato, era proprio la sicurezza apodittica con la quale enunciava le proprie convinzioni. Poi, evidentemente, la vita lo ha convinto che non si può mai essere troppo sicuri di nulla. Doloroso, ma istruttivo.
La considerazione successiva è che Lorenzo, in “Buon sangue”, si racconta con una franchezza così disarmante che a volte perfino imbarazza. Sembra di frugare in un diario, o in una corrispondenza privata, ascoltando frasi come “‘Innamorato?’ ‘Credo’ ‘E lei ti ama?’ ‘A suo modo’” – in “(Tanto)3” - o “Ti domanderai se anche stavolta sono io quello sbagliato” (in “Una storia d’amore”) o “Ti ho detto ‘Credi di avermi deluso ma ti darò ancora più passione’” (in “La valigia”). E mi è venuto da chiedermi se la protagonista o la destinataria di queste parole ne sia contenta: non delle parole, che credo qualunque donna vorrebbe sentirsi dire dal proprio uomo, ma del fatto che questa parole siano rese pubbliche, cantate in un disco e scritte sul libretto del Cd (la stessa domanda me la sarei potuta porre per Patti Boyd e “Layla”, o per Linda McCartney o per Yoko Ono e per tutte le canzoni in cui Paul e John Lennon squadernavano i propri sentimenti per loro). Al giornalista, dite, non dovrebbe importare: e avete ragione. Ma importa a me come persona, e come persona che a Lorenzo vuole bene: e se lui scrive e canta quelle cose, io penso e scrivo queste altre cose, peccando probabilmente dello stesso eccesso di franchezza.
Però, qui del disco si dovrebbe parlare, e non dell’autore-cantante. E anche se nel caso specifico la coincidenza fra il disco e il suo autore è totale (in questo senso, Lorenzo è assolutamente un cantautore: impossibile separare i testi delle sue canzoni dalla conoscenza che abbiamo della persona che li ha scritti e che li canta), il mestiere c’impone di esprimere un parere professionale.
E dunque, dopo almeno dieci ascolti dell’album (dieci ascolti del primo Cd dell’album; per il secondo sono, al momento, arrivato a tre), credo di poter dire almeno qualcosa di sensato. Dunque, “Buon sangue” ha un problema (un problema che molti dischi vorrebbero avere): contiene alcuni brani micidiali, che considero superlativi (poi vi dirò quali sono), a confronto con i quali gli altri brani appaiono più “normali”, inevitabilmente meno sorprendenti. Anche se, indubitabilmente, sono ottimi anch’essi, tant’è vero che nel suo complesso giudico “Buon sangue” un lavoro di grande qualità.
(apro qui una parentesi che forse potrà interessare i nostri piccoli lettori. Esiste, benché non ufficializzata, una “cupola” di giornalisti – principalmente le prime firme dei quotidiani – che in qualche maniera si consulta e si coordina per decidere che linea tenere nei confronti del nuovo disco di un artista di fama. Non è che facciano una riunione formale, intendiamoci: ma, insomma, si parlano, si intendono, e generalmente si attengono a un orientamento comune. Non so perché lo facciano, posso solo ipotizzare che ognuno di loro tema di steccare rispetto al coro, o che credano in una sorta di “mission” – a volte elogiativa a volte punitiva. Ecco, su “Il quinto mondo” questa “cupola” aveva assunto una posizione ultracritica; e in quell’occasione mi fece molto piacere che Rockol fosse nettamente in disaccordo con i ben più noti e autorevoli colleghi – se vi va, leggete qui: http://www.rockol.it/recensione.php?idrecensione=2074. Ecco, stavolta la “cupola” ha scelto di dir bene di “Buon sangue”: e il mio istinto di bastian contrario mi farebbe venir voglia di… ma davvero non posso, nemmeno per accontentare la mia vanità da predicatore solitario. Perché “Buon sangue” è proprio un bel disco).
Torniamo al dunque, e al disco. I vertici, i picchi, le vette della tracklist di “Buon sangue” (stiamo sempre parlando del primo disco) sono, a mio avviso, “Mi fido di te” e “Coraggio”, seguiti da “La valigia” e “Per me” - non considero, arbitrariamente, “(Tanto)3” come una traccia dell’album: perché, anche in quanto singolo di lancio, mi pare più un’introduzione teorico-metodologica.
“Mi fido di te”, con tutto che (perché non dirlo?) melodicamente richiama molto da vicino “Bella”, è una canzone meravigliosa, contagiosamente malinconica, illuminata da un testo pittorico squarciato da intuizioni felicissime (“L’affitto del sole si paga in anticipo, prego”, “La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare”, “dottore, che sintomi ha la felicità?”, “questa non è un’esercitazione”, “cosa sei disposto a perdere?” - citazione da “Casino” di Martin Scorsese, nel film lo dice Robert De Niro/ Sam 'Ace' Rothstein) ed enunciato da un titolo bellissimo; gli archi spudorati di Celso Valli ci mettono il carico da undici.
“Coraggio” è tutt’altra roba, ma sempre roba strepitosa: ritmo duro (“questo ritmo è per voi”), una declamazione drammatica e convincente di un elenco di “bella gente” (figli di Apollo, progettisti di blue jeans, marziani fuori sede, scopritori dell’ovvio, annusatori di vinile, samurai e operai, cantanti in bilico, mungitori di rinoceronti, decoratori di inferni, modelle sovrappeso, collaudatori di preservativi, collezionisti di multe, fedeli al subwoofer…), e, sotto, un grandioso rumore – obbligatorio l’ascolto ad alto volume con i bassi pompati -, un assalto sonico che toglie il fiato, letteralmente, e in senso buono, e che cita esplicitamente gli Art of Noise di “Close to the edit”. Potrebbe diventare per Lorenzo quel che è diventato “Quelli che…” per Enzo Jannacci: una canzone-manifesto dal testo sempre ampliabile e rinnovabile.
Sotto a questi due vertici altissimi stanno “La valigia” e “Per me”. “La valigia” è un curioso pastiche degregoriano: il testo è zeppo di parole che sembrano tratte di peso dalle canzoni del Principe (foto, seni, cassetti, segreti, marinai, smettere e ricominciare) e anche la struttura della strofa è sintatticamente assimilabile a quella di certo De Gregori più intimista e meno visionario; anche qui, alcune frasi meritano di diritto l’inclusione in un ideale florilegio (“i giorni pesano se sono vuoti”, “anche le ragazze fanno promesse da marinai”, e anche quel “le nostre ombre divennero una” che richiama alla memoria un passaggio di “Una città per cantare” di Ron).
(altra parentesi. Se sottolineo così puntualmente analogie e riferimenti non è per sminuire il valore dei testi. Anzi, il mio parere personale è che la rielaborazione di un’esperienza letteraria possa avere lo stesso valore artistico dell’esperienza originaria a cui fa riferimento, e anche più valore, se è compiuta con spirito critico e con originalità – come nel caso del testo di “La valigia”. E non mi scandalizzerei più di tanto se dovessi paragonare Jovanotti e De Gregori. Anzi.)
Su “Per me” ho cambiato idea dopo parecchi ascolti. Al principio mi pareva più debole di altri brani (m’infastidiva quel “te” troppo colloquiale infilato nella frase “questa mattina quando te sei uscita prima di me”). Forse la semplicità del testo mi aveva in parte fuorviato, forse trovavo un po’ eccessivo tutto questo dichiarare amore incondizionato, forse gli archi (arrangiati e diretti da Bruno De Franceschi) mi parevano un po’ meccanici. Poi ho colto questa frase del testo: “L’abitudine, sai, è il peggiore dei guai: si diventa come due vecchi comici che non ridono più, che non inventano più, che sono lì a rassicurare il pubblico”. E sarà perché questa cosa a me è capitata proprio così, precisamente così; sarà che mi è venuta in mente “La canzone dei vecchi amanti” di Jacques Brel; sarà che stavo ascoltando il disco con una persona che mi è cara alla quale “Per me” è piaciuta moltissimo… insomma, adesso mi sono convinto che questa è un’altra delle perle di “Buon sangue”.
(terza e ultima parentesi: non lo so se questa frase, questa dei comici intendo, sia tutta farina del sacco di Lorenzo. Può anche darsi che sia una parziale riscrittura di qualcosa che Lorenzo ha trovato in qualche libro, in qualche prosa, o in qualche poesia, o in qualche altra canzone. Ma non m’importa: io non la conoscevo, per me è nuova, e bella. E’ questo che intendo quando dico che ri-creare può essere importante quanto creare, e quando m’incazzo con i ragazzi che incontro ai concorsi, che scrivono testi piatti e banali e scontati. Bisogna leggere, leggere, leggere: i libri, i giornali, le riviste, i romanzi, i racconti, i saggi. Imparare a cogliere le parole usate dagli altri, a metterle in fila in un ordine diverso, a farle proprie e rivitalizzarle.)
E le altre canzoni? “Falla girare” promette di diventare un bel momento live, con la sua struttura circolare; “Un buco nella tasca” contiene alcune divertenti idee testuali (“in una mano un cellulare nell’altra la clava”, “ho visto auto in doppia fila nel parcheggio di Dio”, “ho visto grandi orologi su gente di poco polso”) e una gustosa citazioncina da “Amici miei” (il coretto maschile di “Bella figlia dell’amore”); “Mani in alto” è una specie di “Alla fiera dell’Est” in forma di filastrocca, un poco faticosa nella sua schematicità (ma la frase “‘Non sparare, in nome di Dio!’ ‘Di quale Dio, del tuo o del mio?’ la dice più lunga di tanti articoli di fondo sui conflitti religiosi); “Penelope”, “La voglia di libertà”, “Bruto”, “Mi disordino” sono tracce onorevolissime, e la title-ghost-track è una creazione del Jovanotti più parabolico, col suo mettere insieme una lista di simbolici antenati ognuno dei quali ha “insegnato” qualcosa al pronipote (personalmente le preferisco la versione “Good blood” proposta nel secondo Cd).
Ho lasciato per ultima “Una storia d’amore”, che molti hanno già definito una sorta di “tributo” ai cantautori italiani “storici” (Paoli Tenco e via elencando). Mi lascia freddino, lo confesso: mi pare meno robusta e meno convinta di altre canzoni del disco, frutto più di esercitazione che di ispirazione (bella, però, la frase “ti nutrirò di coca-cola e di popcorn dentro ad un cine”).
Sul disco 2, (“cose extra, outtakes, provini, pezzi di altri pezzi, versioni alternative, experimenti, jams, tesori nascosti e altra roba”), ecco qualche informazione sparsa. Gli inediti-davvero-inediti sono la divertita “Un po’ di f.u.n.k.”, poco più che uno scherzo ritmico in sala; “Hai sentito le previsioni del tempo? (Ciao)”, un brano molto strumentale atmosferico e quasi chill-out (“Ciao… Un’estate ancora finché il mondo gira, dai che ce la fa, forse ce la fa, sì che ce la fa” ne è tutto il testo); la già citata “Antologia di stornelli”, che sullo schema popolare (appunto) dello stornello a dispetto allinea una bella e lunga (sei minuti) serie di considerazioni che testimoniano ancora una volta la dimestichezza funambolica di Lorenzo col vocabolario della lingua italiana; non una canzone, ma un divertissement con qualche momento salace (vedi “Fior nella pioggia”, “Fiore di rapa”, “Fior d’allegria”); “Cose pericolose” è un intervento rappato dei Corveleno, 50 secondi messi lì come documento di una visita in studio; “Mumbojumbo” è una sorta di viaggio in forma di canzone popolare, un giro del mondo attraverso i mercati delle città che ricorda certe cose di Branduardi (non nella musica, che qui è etnico/elettronica, ma nella formula narrativa che si dipana attraverso continui baratti – “Sono andato al mercato… Ho comprato… L’ho scambiato”).
“Fuori due” è “Penelope”, con un pezzo di testo diverso e molto efficace (“E c’è ancora qualcuno che si si chiede come mai quand’è la sera guardan tutti la tivù: perché là fuori succedono cose pericolose, perché là fuori succedono cose meravigliose, perché là fuori c’è uno che se ti vede ti prende e ti porta via”); “Rifalla girare” è ovviamente “Falla girare” in versione meno rifinita e con qualche frase di testo diversa; “Good blood” è “Buon sangue”, e come ho già detto mi piace più dell’omologa del disco uno (è più insistente e urgente e semplice e compatta); “Coraggio jam” è (invece) meno aggressiva e meno ossessiva della sua omologa del disco uno, e anche meno efficace (nell’elenco della “bella gente” compaiono “fidanzate di uomini sposati”, “masticatori di foglie di tè”, “malati di troppa vita”, “guardie e ladre” che nella versione del disco uno non ci sono); “Midi-sordi-no” è “Mi disordino” più… disordinata, con tempi mutevoli, accelerati/rallentati; “Cosa ne sarà di noi” è “Mani in alto”, con minime variazioni testuali; “Fuori uno” rimescola “Penelope” e anche “Fuori due”, ed è un bel pezzo vivace, rumoroso, di buona energia; infine, “Ancora di più” è un’elaborazione creativa di “(Tanto)3”, ultraelettronica e quasi dub.
Ecco, ci siamo ricascati. Quando esce un disco di Lorenzo scriviamo delle lenzuolate di parole. Sarà lui che ci contagia. Ma è un contagio anche benefico: come già mi è capitato di scrivere, non sono molti i dischi (e gli artisti) che ti danno tanti argomenti di cui parlare e tanta voglia di condividere le tue considerazioni. Con Lorenzo “Jovanotti” Cherubini succede spesso, e ne siamo contenti. E gliene siamo grati.

TRACKLIST:
“(Tanto)3”
“Mi fido di te”
“Per me”
“Falla girare”
“Un buco nella tasca”
“Mani in alto”
“Penelope”
“Una storia d’amore”
“La valigia”
“La voglia di libertà”
“Coraggio”
“Bruto”
“Mi disordino”

da ROCKOL.it
di Franco Zanetti
dollarboy77
00sabato 28 maggio 2005 21:45

Carino il singolo, sembra aver ritrovato se stesso...o meglio gli ultimi cd nn mi erano tanto piaciuti, forse perchè si era un pò allontanato dal suo genere iniziale!Devo ascoltare l'album![SM=x125585]



kdario129
00domenica 29 maggio 2005 20:17
Re:

Scritto da: dollarboy77 28/05/2005 21.45

Carino il singolo, sembra aver ritrovato se stesso...o meglio gli ultimi cd nn mi erano tanto piaciuti, forse perchè si era un pò allontanato dal suo genere iniziale!Devo ascoltare l'album![SM=x125585]







Secondo me la bellezza di Jovanotti è propria questa.... cambiare stile e genere in ogni album, lo rende imprevedibile e personalmente adoro questo in un'artista.... anche xkè stare troppo tempo sullo stesso genere ti rende un tantino monotono![SM=x125595]
mrathlon900
00domenica 29 maggio 2005 20:58

Secondo me la bellezza di Jovanotti è propria questa.... cambiare stile e genere in ogni album,



va be ...non esageriamo...

mi dici che generi ha cambiato jova e in quali album?????

ok prova qualcosetta di un po diverso ogni tanto ma non è che si è mai discostato cosi tanto dal suo genere.......
DIRO©
00domenica 29 maggio 2005 21:04
Re:

Scritto da: mrathlon900 29/05/2005 20.58

Secondo me la bellezza di Jovanotti è propria questa.... cambiare stile e genere in ogni album,



va be ...non esageriamo...

mi dici che generi ha cambiato jova e in quali album?????

ok prova qualcosetta di un po diverso ogni tanto ma non è che si è mai discostato cosi tanto dal suo genere.......


giova all'inizio ha fatto rap, poi pop colto, ora è un ibrido...se questo nèn è cambiar genere [SM=x125604] sicuro non ha virato per l'hard rock...ma questo ultimo album è veramente qualcosa di differente dagli altri...e non ha un sound individuabile in nessuna categoria prestabilita...grande Il JOVA

...p.s. la recensione di Rockol è veramente una merda....
kdario129
00domenica 29 maggio 2005 21:42
Re:

Scritto da: mrathlon900 29/05/2005 20.58

Secondo me la bellezza di Jovanotti è propria questa.... cambiare stile e genere in ogni album,



va be ...non esageriamo...

mi dici che generi ha cambiato jova e in quali album?????

ok prova qualcosetta di un po diverso ogni tanto ma non è che si è mai discostato cosi tanto dal suo genere.......




Ha iniziato con la Dance, poi è passato al rap, poi al pop, con l'album "Roma" poi ha sperimentato al massimo... adesso nell'ultimo album anche FUNK..... secondo te ha cambiato genere???[SM=x125634]
-Fra Tac-
00domenica 29 maggio 2005 23:44
Da qualche parte devo avere un album intitolato "sex, no drugs and rock 'nd roll".

In effetti il Jova ha sempre sperimentato parecchio. Quando'ero piccino mi piaceva abbestia[SM=x125597]
Curiosa anche la sua biografia, dalla quale si evince un ragazzo normale, non montato.

[Modificato da -Fra Tac- 29/05/2005 23.46]

mrathlon900
00martedì 7 giugno 2005 14:48
ok, superata l 'incomprensione iniziale, l 'album comincia a farsi ascoltare.

c'è un poker di pezzi molto validi.
.Eclettico.
00mercoledì 8 giugno 2005 00:21
Re: Re:

Scritto da: kdario129 29/05/2005 21.42



Ha iniziato con la Dance, poi è passato al rap, poi al pop, con l'album "Roma" poi ha sperimentato al massimo... adesso nell'ultimo album anche FUNK..... secondo te ha cambiato genere???[SM=x125634]



approposito di Funk , non lo ho ancora ascoltato...............che mi dici ?

per Buon sangue, tanto di cappello............[SM=x125607]
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