I NUOVI PIRATI

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gioiaedolore
00giovedì 30 aprile 2009 08:56

PIRATERIA: NUOVO ATTACCO CONTRO NAVE ITALIANA
ROMA - Dopo l'attacco fallito nei giorni scorsi alla nave da crociera Melody della Msc Crociere, anche un mercantile italiano, il Jolly Smeraldo, è sfuggito, oggi, all'arrembaggio di pirati grazie a una serie di manovre e di cambiamenti di rotta. Sono le 14,52, quando, mentre naviga a circa 300 miglia a sud est di Mogadiscio, un portacontainer da circa tremila tonnellate, della genovese Compagnia Messina viene "avvicinata" da un barchino con sette persone a bordo. Sul Jolly ci sono 15 italiani; gli altri nove sono dell'est europeo. La notizia viene subito confermata dalla Farnesina e dalla Marina Militare. Ordinando "avanti tutta" alla sala macchine e facendo rollare lo scafo in modo da evitare l'arrembaggio con rampini, il comandante, Domenico Scotto Di Perta è riuscito ad evitare il peggio. Il barchino ha iniziato l'inseguimento, "correvano veloci, ci hanno sparato addosso senza procurare danni alla nave".

La nave italiana era partita dal porto di Mombasa (Kenya) alla volta del porto di Jeddah (Arabia Saudita) a circa 250 miglia al largo delle coste somale. Pochi minuti dopo il tentativo di assalto, il comandante lancia l'allarme verso la fregata Maestrale, che si trova nell'area, e intanto inizia le manovre per contrastare l'attacco. Il gruppo di pirati inizia a sparare contro la nave. Dopo circa 15 minuti si ritira. Nessuno rimane ferito. L'equipaggio della M/N Jolly Smeraldo è composto da ventitré persone, oltre agli italiani due rumeni, un russo e sette ucraini. Tutti hanno mantenuto la calma durante il tentativo di arrembaggio. "Abbiamo avuto paura, certo, ma siamo riusciti a metterci in salvo" così il comandante Scotto Di Perta - la cui famiglia vive a Monte di Procida (Napoli) - descrive i difficili momenti dell'arrembaggio. L'equipaggio ha individuato sul radar un barchino in una zona. I pirati sono poi arrivati a una distanza di meno di 100 metri, ben visibili: "abbiamo aumentato la velocità e azionato le manichette antincendio come deterrente a un eventuale abbordaggio".

La Jolly Smeraldo è lunga 190 metri e larga 28 metri impiegata sul servizio regolare di linea dall'Europa meridionale per il Mar Rosso, l'Africa Orientale ed il Sudafrica. Il nuovo fallito attacco ha rilanciato la questione della sicurezza a bordo delle navi. E' opportuno dotarle di uomini armati? No, secondo l'ammiraglio Paolo La Rosa, capo di Stato maggiore della Marina, perché porterebbe ad una "esclation di violenza senza controllo". Di parere diverso Carlo Biffani, direttore della Security Consulting Group srl, una società che si occupa proprio di questo servizi: "questo ennesimo attacco - afferma - dimostra una volta in più la necessità di permettere agli armatori di dotarsi di assetti di autodifesa". "Il fenomeno della pirateria andrebbe contrastato soprattutto a terra, nei covi dei pirati. Ma questa è una decisione politica. Noi dobbiamo solo eseguire". Ha detto, parlando con i giornalisti, poco prima del nuovo attacco sventato, l'ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, da oggi nuovo comandante della Squadra navale.

E Stefano Messina, amministratore delegato della compagnia armatoriale di famiglia e vicepresidente di Confitarma, rileva: "occorre intervenire con maggiore efficacia per la protezione del naviglio mercantile, nell'interesse nazionale. Per il 90% l'Italia dipende dai trasporti marittimi". Un episodio analogo alla Jolly Smeraldo, quattro anni fa ad un altro portacontainer della stessa compagnia genovese Ignazio Messina. Nel luglio 2005, infatti, la Jolly Marrone fu attaccata dai pirati al largo della Somalia. Anche in quella occasione l'attacco fu sventato e i 15 componenti dell'equipaggio rimasero illesi.

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gioiaedolore
00giovedì 30 aprile 2009 08:58
TESTIMONIANZA

Comandante, paura ma siamo salvi
NAPOLI - Un barchino si materializza in una zona regno di pirati: la nave, il mercantile Jolly Smeraldo della Messina di navigazione, avvista i predoni del mare sul radar. Una presenza che diventa visibile, a meno di 100 metri. Il comandante Domenico Scotto Di Perta, 35 anni, da tre alla guida della nave, dà l'ordine di aumentare la velocità. Come in un film, inizia un inseguimento nelle acque al largo delle coste somale.I pirati sparano, la fuga però riesce e questa volta il pericolo è sventato. "E' la prima volta che mi succede una cosa del genere - spiega al telefono con l'ANSA Domenico Scotto Di Perta - Navigo da 11 anni e spero che sia l'ultima. Soprattutto perché la fortuna non ti può aiutare sempre". Sulla nave il comandante e i suoi uomini tirano un sospiro di sollievo. Così il primo ufficiale, Salvatore Amalfitano, 33 anni, anche lui giovane e gli altri marittimi, 13 italiani, sette ucraini, un russo e due romeni. Scotto Di Perta ha rassicurato una preoccupata moglie che vive a Monte di Procida, comune dell'area flegrea, in provincia di Napoli, insieme con i tre figli. La donna è visibilmente scossa. Si limita a dire poche parole.

"Ho parlato con mio marito, non ci sono problemi. Stanno tutti bene, lui e gli altri". E poi chiede "per cortesia" di non insistere. "Questo - aggiunge - non è il momento di parlare troppo". Ora, sulla nave, la navigazione è ripresa. In Italia il ritorno è atteso per metà maggio. "Abbiamo avuto paura, certo, ma siamo riusciti a metterci in salvo", questo sembra l'importante in un momento del genere. L'equipaggio aveva 'plottato' sul radar il barchino. I pirati si sono avvicinati diventando ben visibili. Un attacco del genere non può essere previsto ma le precauzioni erano già state adottate. "Abbiamo aumentato la velocità e azionato le manichette antincendio come deterrente ad un eventuale abbordaggio". E' stata questa la strategia messa in campo per prevenire l'assalto alla nave. Di fronte a una situazione del genere non era facile starsene tranquilli perché quel barchino non aveva certo intenzione di andare via a mani vuote. "Correvano veloci, ci hanno sparato addosso senza procurare danni alla nave. Poi, quando hanno visto la nostra tenacia hanno lasciato stare. Ora - dice con una battuta il comandante - lo possiamo dire: siamo un equipaggio tosto". E' stato però davvero un brutto quarto d'ora. "Se me lo chiedete certo che vi dico che abbiamo avuto paura però l'equipaggio ha risposto in maniera eccellente", conclude Scotto Di Perta.
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