Re: Re:
mary la sanguinaria, 25/03/2009 11.10:
la crisi è per lo piu' dovuta alla finanza internazionale...
Vero...provo a spiegare.
La crisi economica è partita dall’America. Sotto l’amministrazione Bush si era creato il miraggio di vivere al di sopra delle proprie possibilità, ricorrendo ai debiti. Banchieri (gli ordini agli impiegati arrivano sempre dall’alto) senza scrupoli sollecitavano ad accendere mutui privi di garanzie, creando l’illusione che, grazie ai bassi tassi d’interesse, sarebbe stato conveniente comprare casa invece di pagare l’affitto. Sono i famosi mutui subprime, mutui ad alto rischio ed è bastato il vento della crisi economica con la disoccupazione (che ciclicamente capita) a determinare un rialzo dei tassi e coloro che avevano stipulato un contratto a tasso variabile (quasi tutti) sono divenuti insolventi e sfrattati dalle loro case.
I mutui sono stati impacchettati e venduti sotto forma di titoli sul mercato finanziario. E' il fenomeno della cartolarizzazione. Questi titoli sono definiti tossici perchè frutto di finanza creativa. Alla fine la bolla è scoppiata in settembre col fallimento della Lehman Brothers e la globalizzazione ha creato un effetto a catena. Le banche non si sono fidate più le une delle altre chiudendo i rubinetti del credito. La Borsa che è il termometro dell'economia ha riportato pesanti perdite.
In Italia la crisi è meno grave che in America perchè le banche prima di concedere prestiti valutano le garanzie, ma il rischio di fallimento per alcune banche (tra cui Unicredit) è stato sfiorato, come anche mesi fa si è parlato di un rischio Paese il cui default declasserebbe l'Italia al livello dell'Argentina, rischio per il momento scongiurato. Però la debolezza del sistema Italia si valuta nell'elevato spread (differenziale nel tasso d'interesse) che i nostri titoli pubblici hanno rispetto per es. a quelli tedeschi.
Si poteva evitare la crisi?
Si, se non avveniva l'incontro tra trader senza scrupoli e consumatori che volevano vivere al di sopra delle proprie possibilità. Non a caso la parola in auge adesso è austerity e si ripongono speranze in Obama, che della sobrietà ha fatto uno stile di vita.
Vi ho fatto venire sonno...