Cassazione, vietato sparlare dei colleghi nelle e-mail. Si rischia un processo per ingiuria

ROMA (21 aprile) - «Non scrivere mai in una e-mail quello che non scriveresti in una cartolina». Vecchio slogan da internauti che dovrebbe essere sempre seguito, a maggior ragione da oggi, visto che la Cassazione con la sentenza 16425 della Quinta sezione penale ha stabilito che sparlare di un collega via e-mail può costare un processo per ingiuria. Ecco i fatti. Gino F., impiegato in una ditta veneta di Bassano del Grappa, invia una e-mail ai colleghi parlando della «sfacciataggine» di Amelia G. che avrebbe abusato dei «congedi parentali». La e-mail non viene indirizzata alla signora che riuscirà comunque a leggerla. Qualcuno infatti le ha fatto trovare copia dell'epistola in un cassetto. Amelia G. querela Gino F. Sia in primo che in secondo grado, prima il giudice di pace di Bassano del Grappa (con sentenza del 27 settembre 2005), e poi il tribunale di Bassano (con sentenza del 25 gennaio 2006), avevano assolto Gino con la formula «perché il fatto non sussiste».

Ma la Cassazione ha riaperto il caso e l'uomo adesso rischia una condanna penale oltre a dover pagare un risarcimento danni ad Amelia. Gli ermellini hanno infatti stabilito che «trattandosi di ingiurie epistolari, anche se lo scritto è stato inviato a persone diverse dall'offeso, il delitto si perfeziona a condizione che l'agente, all'atto dell'invio, abbia avuto indubbia consapevolezza che lo stesso sarebbe stato comunicato all'offeso».

In sintesi, se chi invia la posta sa che, prima o poi, il collega preso di mira lo verrà a sapere, rischia un processo per ingiuria davanti al giudice su querela della persona offesa.

perchè la gente non si fa i cazzi suoi,scrivere email è una liberta' che non deve togliere spazio a nessuno...grgrgrgrgr!!