ARHIL [ PG ESILIATO]

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Lady Arhil
00giovedì 6 marzo 2008 15:27
//Salve a tutti. In ragione del fatto che Arhil è originaria dell'Islanda avrei piacere di entrare a far parte del clan nordico...se mi vorrete... [SM=g8909]
Posto qui di seguito alcune informazioni sul mio pg.
KARMA 13.740 - SALUTE 400 - MENTE 400 - FORZA 400

BACKGROUND
Arhil Manavar, nata in Islanda in una fredda e oscura notte di 23 anni orsono, tu, come una piccola luna venuta a rischiarare le tenebre nel mondo. Sei scesa dolcemente dal cielo, una fogliolina dorata che si lasciava guidare e cullare da un raggio lunare sino a giungere nel grembo materno da te prescelto, ma donando immediatamente la tua esistenza a lui, il tuo adorato padre. Hai sempre portato nel cuore le parole di tua madre, pronunciate con voce gentile ''Bambina mia, Luna Viola, questo è il significato del nome che porti, il nome voluto da tuo padre quando ancora non eri venuta al mondo. Luna Viola, la melodia che aveva composto per te e ti suonava con il flauto accanto al pancione.'' Questo l’unico gesto amorevole da lui compiuto verso la sua bambina o forse la grande menzogna di tua madre per lenire le tue sofferenze. Lui, il tuo solo eroe, uomo intelligente, forte e freddo; tu, in cambio di un suo sorriso o di una sua carezza avresti dato la vita. Qualsiasi azione pur di compiacerlo, pur di esser più simile a lui, eppure, malgrado si percepisse quanto era orgoglioso di averti come figlia, quelle dimostrazioni d’affetto che tanto anelavi rimanevano sempre una pura illusione. Era un potente signore dal cuore di pietra, il braccio destro del re; sfruttava le doti oratorie e dell'inganno per vendere ogni giorno il suo sovrano al nemico, senza scrupoli. Tu crescevi bella come una dea, dolce come una fata, la perfetta figlia da coinvolgere nei suoi sordidi raggiri come messaggera, come subdola incantatrice. Un diavolo dal volto d'angelo che per venerazione del proprio padre sapeva mentire e trarre in inganno chiunque. Egli sceglieva le vittime e tu impeccabile le avvicinavi, le circuivi, riuscendo a carpire qualsiasi informazione e segreto, a farti amare da ogni malcapitato, a persuadere i poveri sventurati a rubare documenti preziosi, denaro e persino uccidere vittime innocenti per amor tuo. Inarrestabile nel compiacere colui che ti aveva dato la vita, dovevi essere degna del perverso amore che legava padre e figlia, una devozione e un attaccamento reciproco, malato e irripetibile, ma che ha rappresentato per anni la forza e la vita per te e per lui. Quello l’unico affetto che tua madre ti aveva insegnato a coltivare. Guardavi con freddezza e distacco quel mondo di falsità muoversi intorno a te, una calcolatrice nata, irraggiungibile il tuo cuore…I sentimenti? L’amore? Solo favole per gli ingenui, armi letali e raffinate da usare contro coloro che desideravano illudersi: chi non ha bisogno di amare e sentirsi amato? Avevi perfettamente compreso sin da bambina, perché lo vivevi ogni giorno sulla tua pelle, che l’amore è proprio lo strumento di offesa per eccellenza che consente di raggiungere ogni obiettivo, eccelso o ignobile che sia…non sparge sangue, almeno in apparenza, ma rende vulnerabili e schiavi coloro che si abbandonano alle sue lusinghe. Questo il tuo immenso potere…il tuo unico e sommo piacere, piegare gli altri al tuo volere, mentire e godere della stoltezza che provocano negli esseri umani i nobili sentimenti. Consapevole che l’innamorato perde ogni capacità di razionalizzare, la sua mente è offuscata da una nebbia impenetrabile e vaga per il mondo come un sonnambulo, perde la propria dignità e il proprio orgoglio, sente solamente la voce di chi ama e si lascia guidare irrimediabilmente verso un destino di dolore e di speranze deluse, fin quando il suo cuore non lacrimerà gocce di sangue e tu…sarai pronta a sfruttare ogni debolezza, a illuderlo e poi ad abbandonarlo impietosa raggiunti i tuoi scopi. Questa la tua vita sino a quel terribile giorno in cui, smascherati i subdoli raggiri, i tuoi genitori venivano arrestati e tu, per evitare la morte, non avevi altra via che la fuga verso terre sconosciute portando con te solo la cucciola di cane lupo, prezioso dono di tuo padre, un batuffolo di pelo bianco…forse l’unico sentimento sincero che alberga nel tuo cuore di ghiaccio. Da quel momento un lungo peregrinare alla ricerca di una nuova vita fino all’arrivo del tutto fortuito in un luogo chiamato Avalon dove, come sempre, avevi pensato di sfruttare le tue perfide doti ma il destino beffardo aveva in serbo per te delle inaspettate sorprese. Un destino crudele il tuo, Signora della Notte, che inesorabilmente pare portarti sempre più verso la tenebra. Infatti la sola possibile salvezza per la tua anima potrebbe essere l'incontro con una persona speciale che sapesse trovare la chiave del tuo cuore e proteggerti da te stessa e dal tuo mondo di inganni, purtroppo il fato pare volere invece la tua completa perdizione. Un giorno ti sei svegliata con un tremendo dolore al capo, eri riversa a terra e tenevi stretto nella mano sinistra un pugnale insanguinato. Il tuo candido abito era macchiato di sangue e fango. Hai tentato di rialzarti più volte ma senza riuscirvi, una brutta ferita sanguinante avevi dietro la nuca. Finalmente, poco per volta, le immagini intorno a te hanno preso forma, allo sparire della nebbia che velava i tuoi occhi. Ti sei guardata intorno spaventata senza riuscire a comprendere né dove ti trovavi né cosa ti era accaduto. Uno strano luogo che parrebbe essere sacro, nulla di familiare però rievocava nei tuoi pensieri confusi. Alcun rumore, alcuna presenza...ma tu eri terrorizzata, forse il tuo aggressore si nascondeva ancora lì intorno, pronto ad ucciderti. Un cane lupo bianco, accovacciato al tuo fianco, ti ha leccato il viso amorevolmente, un forte legame hai subito sentito con l'animale...forse era un tuo fedele amico ma nemmeno di lui purtroppo ti ricordavi. Oltre questo, nessun volto, nessun nome nella tua mente. Alcun ricordo. Il nulla. Nel buio della notte giungeva in quel loco solitario, come un'angelica visione, un affascinante sconosciuto dal dolce viso di fanciullo ma dal cuore indemoniato. Si avvicinava a te sentendoti chiedere aiuto e dopo il tuo racconto nel quale gli rivelavi scioccamente di aver perduto la memoria, iniziava ad intessere abilmente la falsa storia della tua vita. E il magistrale inganno del Freddo Vento del Nord aveva così il suo esordio. Egli ti rivelò il tuo nome e ti parlò della tua vita passata, ma che non è mai esistita se non nella sua subdola mente. Tu, sola e indifesa, hai desiderato ardentemente credere ad ogni sua parola in nome di un grande amore che ti sei convinta di nutrire per lui e che nella tua fragile realtà di quei momenti è stata la sola ragione plausibile che hai trovato a giustificazione di questa sottomissione del tuo volere al suo...sventurata, hai deciso di aggrapparti con forza a quelle false illusioni ... ora sei nelle mani del Freddo Vento del Nord che si è proclamato il tuo maestro d'arme e di vita, colui che ora tu vuoi vedere ingenuamente come il tuo salvatore, colui a cui credi di appartenere nella vita e nella morte...DANTOR...il tuo Signore e padrone...il tuo solo e grande amore. A lui hai giurato eterna fedeltà, per amor suo e per suo volere sei pronta ad uccidere, come credi di aver sempre fatto...da abile mercenaria quale ti ha dipinta l'attore. Il tuo sangue hai tacitamente desiderato unire al suo in un macabro rito di profonda comunione. Da ora in avanti il Freddo Vento del Nord soffierà implacabile sulla tua esistenza, un nuovo destino vede la luce...o la tenebra...per te...o forse per lui. La lotta tra il bene e il male nel tuo cuore e intorno a te è solo al principio [http://freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=34799&idd=3026].

STORIA IN AVALON
Dopo solo qualche giorno dal suo arrivo, ha una accesa discussione con l'uomo dagli occhi di cielo...colui che prima le ha fatto credere nell'amore, salvo poi, senza una ragione degna di esser ritenuta tale, volerla impietosamente abbandonare. Tenta invano di trattenerlo ma lui la respinge con violenza facendola cadere a terra priva di sensi e scompare nel nulla. Al suo risveglio non rammenta più nulla di sè. Sopraggiunge Ser Dantor che volendo approfittare dello stato della smemorata, le fa credere di conoscerla e le svela che è una temibile assassina che opera al suo servizio. La fanciulla si crede innamorata del pazzo e lo segue devota nelle sue follie sin quando, senza preavvisarla, l'uomo non sparisce senza far più ritorno malgrado le insistenti ricerche della giovane. Finalmente pian piano i ricordi tornano a riaffiorare nella sua mente confusa e le rivelano che fortunatamente non è affatto un'assassina malvagia. Lento e costante il recupero del suo io. La svolta positiva giunge quando la cara Galadriel, soffrendo di depressione post parto, decide di affidarle la neonata Grianna. A Barrington imperversa la guerra e Arhil si sente responsabile per l'incolumità della bimba, per tal motivo chiede ospitalità presso la loggia dei cavalieri dei draghi. L'Ishtuk Lasrai le affida il compito di cucinare per tutti. Si sente finalmente a casa dopo lungo tempo e decide di rimanere e godersi la pace rassicurante del luogo senza interferire nelle faccende che riguardano i cavalieri quando il Venerabile Sigieth decide di prenderla sotto la sua tutela per insegnarle il draconico, domare la sua lingua tagliente e...chissà che altro le riserva il futuro.

//Già che ci sono mi permetto anche di richiedere, nel caso venissi accolta, la skill SANGUE FREDDO livello 1, sperando che questa giocata dal titolo "A qualcuno piace sviscerato" venga giudicata pertinente e sufficiente. freeforumzone.leonardo.it/viewdiscussioni.aspx?f=27634&idc=19
Vi ringrazio per l'attenzione.
Arhil Manavar...la luna nella tenebra
Tristalia.@
00lunedì 10 marzo 2008 13:15
Posso tranquillamente darti il Benvenuto nel Clan Nordico, però non posso concederti, per ora, la skill di clan.
Il forum a cui metti il link non è accessibile dall'esterno e quindi non posso leggere la ruolata.. attendo quella per convalidare la skill.

Ricapitolando :

ARHIL : CLAN NORDICO

SKILL DI CLAN : IN ATTESA DI MATERIALE



Ciaooo e buon gioco. [SM=g7566]




Lady Arhil
00giovedì 20 marzo 2008 16:01
A QUALCUNO PIACE SVISCERATO
Come da accordi ti posto qui la giocata per la skill...è un po' lunghina [SM=g7747] Sorry.


(PARTE 1)
ARHIL [sentiero>spiaggia] Questa notte è sola l’oscura signora, la fedele Nessa è rimasta a vegliare alla locanda nel caso il Freddo Vento del Nord tornasse d’improvviso. Cammina nervosamente, l’animo inquieto freme, mentre a passi leggeri ma rapidi si dirige verso la spiaggia. Un lieve fruscio del nero mantello e null’altro fa percepire la sua presenza in questo loco. L’angelico volto celato dal cappuccio e i pensieri persi in ricordi oramai lontani. Il cuore è svuotato, quel sentimento d’amore che l’aveva profondamente cambiata ha lasciato solo il posto ad una ferita sanguinante. Glaciale quell’animo, insensibile al mondo che continua ad annaspare intorno a lei.
EURIELE [baia - riva] sulla sabbia il giovane burattinaio, quella sera ad abiti sol simili a quelli d'un popolano disgraziato, attende l'arrivo di una donna e del suo cane a patto che le informazioni a lui giunte alle orecchie fossero state corrette. Lacere le vesti grigiastre poste sopra una logora camicia castana. finta la barba minuziosamente poggiata sulle guance, e grigia la tintura dei capelli. Assente parea il caratteristico trucco bianco del sectator... già, ma più che ovvia la motivazione: avere ancora uno spettacolo degno della sua figura. Uno sporco barbone quella sera ad attendere la bianca Nessa che fedele accompagna la padrona. Ironico come quella bestia potesse garantirgli ciò che tempo addietro gli era stato promesso, ironico e tutt'altro che spiacevole. La man dritta afferra un pugnale riposto all'interno dell'opposta manica mentre l'attesa che le due figure di razza certo diversa facessero la loro comparsa.
DARGAN [ Baia/Folto [H]] Ancora notte, ancora forti spasimi di dolore all'interno di quel corpo non suo non voluto non desiderato, sempre meno tesi come la porzione di luna sempre meno forte, quasi volesse allontanare la maledizione da lui, ma il richiamo sempre vivo, ormai perennemente di casa alla baia, al bosco, inconsapevole di ogni sua sensazione evoluta nel tempo.
ARHIL [spiaggia] I piedi nudi affondano nella soffice sabbia, si dirige verso la riva come è solita fare quando la luna rischiara la tenebra. Solo allora la signora della notte prende vita e cerca di placare il suo animo disperato avvicinandosi alle acque. Quell’infrangersi delle onde sugli scogli attutisce la sua rabbia, la sua disperazione… e i suoi pensieri per un attimo si perdono nel nulla. Con passo silenzioso giunge presso la riva e siede tranquillamente sulla sabbia.
ANA La ragazza giunge nel loco. Non è molto alta, sul metro e cinquanta. Il carnato è bruno, così come gli occhi e i capelli, che sono tenuti corti, tanto da non sfiorarle la base del collo. Indossa semplici abiti contadini, grigi.
EURIELE [spiaggia] il negromante osserva le due figure avvicinarsi alla riva. Sorride malignamente mentre porta il naso nel vento come a voler essere sicuro che il fetore del cibo ancora impresso su quei luridi stracci possa arrivare alle narici del cane. Fiducioso quindi della sua golosità resta un poco ad osservarlo per poi alzarsi ed avvicinarsi ad Arhil ondeggiando, emulando le gesta d'un ubriaco ''...e sce non fosse stato per quel coscio l'avrei conciato per le feste, HIC! ci puoi giurare vecchio mio, ci puoi HIC! giurare [la dritta impugna ancora il pugnale ma lentamente vien posto sotto la rispettiva manica occultandolo. Alcuna attenzione viene rivolta al lican evidentemente troppo lontano dalla sua persona
DARGAN [ Baia/Folto [H]] Permane lo sguardo sulla baia, dal suo punto di vista dovrebbe trovare protezione completa dovuta alle fronde ed alla grande capacità di adattamento che la nera madre ha per lui voluto, respira a pieni polmoni il lican come volesse con il suo primordiale senso notare, vedere qualche possibile preda, che istintivamente sentirebbe così.
ANA [spiaggia] la giovane cammina ora a passo spedito sulla sabbia. Gli occhi, scuri e pensosi, fissano l'orizzonte.
ARHIL [spiaggia] L’attenzione dell’oscura signora viene attratta da un losco individuo che muove con passo incerto ed instabile verso di lei. Non le pare di conoscerlo, ha l’aria del barbone e dal tono della voce deve aver bevuto molto. Istintivamente e con movimento impercettibile, con la mancina afferra con forza il pugnale dono del suo amato e ben celato sotto il nero mantello. Attende in silenzio, osservando con profonda attenzione le mosse dello strano sconosciuto ma pronta sempre a difendersi da chiunque come il suo abile maestro d’arme le ha insegnato.
EURIELE [spiaggia] a passi artificiosamente incerti il sectator s'avvicina ancora alla donna purtroppo ancora distante. Gli occhi fissi sulla probabile vittima cercano il miglior punto in cui la lama possa generosamente affondare nelle carni generando la quantità maggiore di dolore. Ma certo l'intento dell'uomo non è di porre fine alla giovane vita della fanciulla, certo che no! Appaga decisamente di più il senso di dolore e sofferenza carnale abbinato a quello psicologico dovuto alla vista del fedele amico sgozzata d\'innanzi ai propri occhi. Quel bianco manto sporcato di rosso vivo... ma... dove si trovava ora il cane? Possibile che la distanza abbinata alla luce della falce di luna potesse aver giocato un brutto scherzo al sectator? Ma la storia era iniziata, la trama giunta ad un punto irrinunciabile... lo spettacolo doveva continuare.
DARGAN [ Baia/Folto [H]] Presenze forse sentirebbero i suoi sviluppati sensi ... la caccia forse si apre ... l'istinto lican si sprona all'interno di quel corpo umano,ma forse l'attesa sarà la sua prossima mossa, si che muovendosi felinamente tra il folto potrebbe direzionarsi alla minima distanza perpendicolare dalle figure non ancora vedute, ma certamente sentite, ed ancora darebbe involontariamente aria ai polmoni della possente figura per meglio capire o voler capire se umane figure o altri animali animano questa notte la sua forse prossima dimora.
ARHIL [spiaggia] Fissi i luminosi occhi nocciola sulla figura del barbone che barcollando continua ad avanzare imperterrito nella sua direzione. Pare tornato silenzioso, frasi incomprensibili e sconnesse ora cessa di proferire. E’ il momento di interrompere questo silenzio carico di tensione e di svelare la sua presenza, se ancora gli occhi offuscati dall’alcool del vecchio non fossero riusciti a percepirla. Si cala il cappuccio con gesto rapido per scoprire il dolce viso, la voce calda e suadente al pari di un angelo “Sid messere! Avete bisogno di aiuto?”. Questo è il solo modo che conosce l’oscura signora per scoraggiare ogni gesto violento: mostrare il suo aspetto più fragile e delicato.
EURIELE [spiaggia -> arhil] finge d'inciampare l'apparente barbone che ora col massimo della certezza ha ben in mente l'esatta posizione in cui il pugnale potrebbe conficcarsi. Ancora dà una rapida occhiata nelle vicinanze... nulla... la bianca bestia non si vede più. ''HIC! avete bisogno d'aiuto madamigell... HIC! madamigella? non abbiate paura! HIC! io sono un cavaliere molto famoso, ma ho finito il mio idromele! HIC!'' ed ancora un fasullo cedimento della gamba sinistra pare gettarlo a terra. Nei rozzi e scomposti movimenti la mancina va ad appoggiarsi su di alcune fiale riposte al sicuro dietro la schiena legate alla cintura. Non dovrebbe essere stato bisogno alcuno, ma la prudenza non è mai troppa.
DARGAN [ Baia/Folto [H]] Cosa chi osa vivere nella notte nella mia dimora, da un lato la bestia che insorge con forza, dall'altro l'umanità dalla madre trasmessa che per ora soccombe di forza, ma osserva cercando di raffinare lo sguardo nelle ombre non muta la sua posizione ancora.
ARHIL [spiaggia] Attende una risposta, la mano sempre stretta sul pugnale, mentre sul suo viso si disegna un accattivante quantomai falso sorriso. Non tarda ad arrivare la reazione dell’ubriacone, che a pensarci bene dalla voce pare essere più giovane di quanto quell’aspetto trasandato e malconcio non dia a vedere. …Un cavaliere famoso…risuonano queste parole nell’aria e fanno divertire la signora della notte che per un attimo gioisce nell’osservare quel singolare quadretto. “Non vorrei sembrarvi inopportuna messere, ma forse di idromele per oggi ne avete abusato! Fate piano o vi farete del male, forse dovreste sedervi a riposare per un po’” False premure ma espresse con maestria impareggiabile.
EURIELE [spiaggia] ancora nulla... nessun segno della bestia. Che abbia scelto davvero la notte sbagliata? che sia davvero d'obbligo dare una ritoccatina alla trama? ''HIC! donne e idromele! le bellezze della vita!'' Ride scompostamente l'ubriacone che insiste ancora un poco nell'andatura azzardata, per poi fermarsi portandosi la mancina alla fronte. Molleggiando leggermente la vita emette con volgarità abbondanti arie digestive dalla cavità orale, potendo senza dubbio far provar invidia al nano più grezzo. ''HIC! madamigella Clotilde, spero non vi siate mangiata, HIC! mangiata ancora il vostro cane, vero?! HIC! non è carino privarmi dell'invito, HIC!''.
DARGAN [ Baia/Folto [H]] Pochi i passi che ora vengono compiuti con attenzione in avanti allo scoperto, ma pur sempre nelle ombre della notte, ove solo chi appartiene a razza dagli elevati sensi si muove con disinvoltura e sicurezza, seppur la mole di quel corpo umano sia notevole ed appesantita dalla massa muscolare, il senso involuto del predatore farebbe si che egli si muova con smisurata mossa sicura decisa silente quanto più possibile, meglio capire chi animi la baia, la spiaggia. La sicurezza offerta dalla scarsa luce lunare dovrebbe ancora garantirgli copertura alle umane viste, curiosità o qualcosa di più, il fato disegnatore del futuro prossimo, vociare odore sensi che lavorano per loro conto ora.
VELVET (limitare del bosco) Ombra fra le ombre,ecco avanzare la gatta capricciosa lungo il costone sul limitar del bosco, che si erge a mò di gradinata offrendo visione, dall'alto, dello spettacolo inscenato dalle inutili vite che affollano la baia. Dietro lei, i passi del suo animale preferito,quasi a guardarle le spalle. Nessun verbo proferisce: le scarlatte paion esser sigillate mentre osserva, in cielo, la falce di luna a cui sembra aver rubato bellezza. Inquieta come al solito, avanza nervosa avanti e indietro, lungo il costone al pari di fiera in gabbia.
MACDUIN A piedi stasera...pesanti ma lenti passi ti accompagnano sul sentiero direzione baia...uno spicchio di luna soltanto tenta d’illuminar il loco che avvolto dalle nebbie lo rende ancor più cupo e facile luogo di incontri indesiderati... davanti a te...la prescelta...unica…sola....le mani tieni lungo i fianchi...il lamentar ferroso delle lame t’insegue...passo...dopo passo...
ARHIL [spiaggia] Una risata si lascia sfuggire la signora della notte alle parole di quel bizzarro barbone...forse spontanea o forse artefatta allo scopo di acquistare la completa fiducia del suo interlocutore, chi può dirlo. Oramai la sua abilità nel mentire è così stata accortamente raffinata negli anni che nemmeno lei a volte sa riconoscere il confine tra la vera se stessa e la sua maschera di scena. Terribile la puzza proveniente da quell’essere alquanto originale. “Clotilde???? Messere, credo mi stiate confondendo con qualcun'altra… il mio nome è Arhil Manavar, lieta di conoscervi! Quanto al cane…beh io ne possiedo uno ma …non lo mangerei di certo!” una lieve risata accompagna le parole soavemente proferite.
EURIELE [spiaggia] come temeva la preda tanto anelata non era presente quella sera, altrimenti non avrebbe utilizzato vocaboli certo differenti da quelli scelti in quel momento con minuzia. ''HIC! Mia cara, questa sera siete stata fortunata! HIC! il vostro destriero verrà nominato scudiero della vostra HIC! della vostra.... della vostra! e voi cavalieressa del cavaliereggiante destriero! HIC! orsù festeggiamo! [e la mancina cerca un'eterea bottiglia nell'aere] Per tutti gli orchi! quale fellone ha osato sottrarmi HIC! sottrarmi il regale calice della vittoria?! Venga madamigella Benedetta! questa sera HIC! questa sera il qui presente Cavalier Bernardo vi offrirà il miglior idromele ch'abbiate mai assaggiato [e senza aggiungere altro muove altri incerti passi verso la strada conducente alle vie della città.
DARGAN [ Baia/Folto [H]] Troppa la confusione che attanaglia il lican, troppo il volere della bestia dentro che cerca sbocco d'uscita, quei rumori, quegli odori, giungono come nauseabondi da essere schifati dalla sua presenza, come un nulla è giunto, come un nulla scomparirà ora.
VELVET (sentiero) Rallenta i cadenzati passi attendendo che Macduin possa portarsi al suo fianco. Rallenta ancora, quasi fermandosi ed è a lui che volge gli azzurri, alzando il viso di porcellana, inespressivo come sempre. Malizioso lo sguardo che gli dona mentre schiude la culla del Vizio quasi a voler sussurrare ''Mi nausea l'incessante vociare di tutte queste inutili vite...Devi fare qualcosa o possiamo volgere verso luoghi più consoni?''
MACDUIN [sentiero]Il suo fianco or raggiungi...serio il tuo volto, forse stressato e tormentato da quel vociar e da quelle inutili teste che si intravedono sulla spiaggia...''no no....andiamo andiamo...''il tono di voce è annoiato,stanco....indi volti le spalle alla spiaggia...e silente intraprendi nuovamente il sentiero verso l'uscita…al tuo fianco...lei...
ARHIL [spiaggia] Guarda attonita l’uomo che barcollante sembra volersi allontanare dalla spiaggia, si alza di scatto forse con l’intenzione di aiutarlo pensando che da solo in quello stato sarebbe caduto dopo qualche passo. “Messere, vi prego sedete qui accanto a me non siete in condizione ora di festeggiare granché! Fareste bene a riposare un po’” e con gesto della mano indica di sedere sulla sabbia. Si chiede ora silenziosamente la ragione di cotanta gentilezza ma nemmeno lei ha una risposta plausibile…forse una distrazione per la serata, un diversivo ai suoi cupi pensieri e al suo dolore latente.
EURIELE [spiaggia] la donna aveva certo ragione... ecco il primo errore ma facilmente si poteva rimediare inventando un pesante scivolone. ''AH! MARRANE! HIC! talpe mannare delle mie ghette, credete forse HIC! credete forse di poter aver la meglio su su di me? HIC! credete di poter aver la meglio su Cavalier Cornelio?? [e mentre anche la schiena segue, adagiandosi sulla sabbia, i bruschi movimenti di tutto il corpo, la mancina ven protesa verso le stelle come se stesse minacciando qualche invisibile creatura. La man dritta invece tiene a se stretto il pugnale, pronto ad essere usato nel qual caso ve ne fosse motivo ''Stia dietro di me, madama Cecilia, HIC! Vi proteggerò io!''.
VELVET (sentiero) Perchè imbrattarsi gli stivali giungendo all'arenile? Perchè gettar al vento una serata sprecandola nel nulla? No, altri sono i disegni della perversa mente della gatta capricciosa che, lesta, volge i passi verso il sentiero che conduce alle mura dietro cui si cela la città, seguendo Macduin. Mentre avanza, sicura, par diabolica bimba che gioca infilando i minuti piedi nelle orme lasciate dagli stivali di lui...Un ghigno le increspa le labbra...Mentre le due figure sembrano venir inghiottite dalle fauci del bosco e da chi vi dimora.
ADAMANT arriva con un'espressione soddisfatta sul volto, adora quel luogo. Ama sostare nella brezza della scogliera, ad osservare l'oscurità dell'orizzonte. Se ne sta lì, immobile, come una statua stagliata nelle tenebre.
ARHIL [spiaggia] Si accomoda ora accanto a lui, sulla sabbia “Chetatevi! Non mi chiamo Cecilia ma Arhil! Arhil capito??? Provate a ricordarlo! Non c’è alcun mostro o animale pericoloso da combattere, la vostra fantasia unita all’idromele che vi siete scolato vi gioca gran brutti scherzi messere! Dite, ricordate il vostro nome e di dove venite? Non vorrei dovervi lasciare solo sulla spiaggia questa notte, non è posto sicuro per chi è nelle vostre condizioni. Gioca a fare la madre premurosa l’oscura signora, ruolo che si addice certo al suo aspetto ma gran poco alla sua indole ribelle e oscura.
ADAMANT Prosegue il suo cammino arrivando in fine alla spiaggia. Anche lì resta fermo ad ascoltare il rumore della marea, il rumore del vento... ed il rumore di voci. Si volta e vede due figure, una sdraiata al suolo con un braccio proteso nel nulla, l'altra accanto ad essa. Non riesce a distinguere nè la natura nè tantomeno il sesso, perciò resta fermo dove si trova. sembra che i due non si siano ancora accorti di lui, e resta a guardarli, imperturbabile all'esterno, preoccupato dentro...
EURIELE [spiaggia] sorride il negromante pronto a dar luogo alla fase culminante della trama: il colpo di scena. Sente vagamente dei passi, ma a distanza e per ora non se ne cura. la mancina ven poggiata a terra col palmo rivolto verso la sabbia. Con veloce movimento della man dritta impugnante il pugnale compie un'arco di 180° permettendo alla lama di colpire il di lei dritto braccio, appena sotto la spalla. in modo contingente la mancina preme violentemente verso terra alzando in questo modo l'esile corpo del Sectator che senza riguardi tenta di scaraventare la donna a terra ''sciocca ragazzina'' con un filo di voce fortemente nitidamente maschile fuoriesce dalle labbra dell'uomo che ora attende solo di veder lo sguardo terrorizzato della giovine dama, ed anche se l'agonia psicologica poteva venir a mancare, quella fisica certo non era di scarsa rilevanza
ARHIL [spiaggia] Questa notte l’oscura signora ha dimenticato la regola fondamentale impartitale dal suo maestro d’arme…mai abbassare la guardia! Pensa…forza pensa…non c’è tempo per riprendere il pugnale e difendersi, la posizione è svantaggiata, vorrebbe dire rischiare la vita. Ansima, ma non reagisce, è cosciente di non poterlo fare…caldo sangue scorre sul suo braccio e il dolore fisico ora si fa sentire, ma ella non se ne preoccupa è ben temprata a queste sofferenze da angosce ben più grandi …quelle del suo animo tormentato. Anzi, quel dolore fisico le è quasi gradito, un perverso piacere che la riporta ad antichi e sempre vivi ricordi… al suo patto di sangue con il Freddo Vento del Nord. Con voce pacata e calma “Che volete da me ditemi? I miei soldi? Prendeteveli non ne ho molti, li tengo per la più parte nella mia stanza!”
ADAMANT sta lì indeciso. La situazione potrebbe essere grave, ma rischierebbe forse di porre fine al divertimento di due amanti, la distanza e l'oscurità non contribuiscono affinché colga precisamente la situazione, non è mai stato capace di controllarsi e questo lo sa, soprattutto in situazioni delicate. Decide di intervenire, ma con circospezione. Si avvicina ai due stando ben attento a non provocare il minimo rumore ed a mantenersi alle spalle dell'uomo. Ora è a pochi metri dai due.
EURIELE [spiaggia] sorride sgraziatamente mentre con altrettanta rapidità cerca di mettersi a cavalcioni della dama portando le ginocchia sopra le di lei braccia. la dritta parzialmente insanguinata si sposta sulle labbra di Arhil mentre alza lo sguardo verso l'ignota figura ''Cara... suppongo sia d'obbligo rimandare la nostra serata... privata. Abbiamo un indelicato osservatore. Che ne dici di continuare ciò che abbiamo lasciato in sospeso nel nostro... nido d'amore?'' frase rivolta principalmente verso l'individuo nella speranza ch'egli capisca l'antifona. quindi torna con la testa bassa sfiorandole la guancia sinistra ''non vorrei ulteriormente rovinare la vostra delicata pelle, milady... dicono che in corrispondenza del cuore sia decisamente delicata...'' proferisce con un fil di voce udibile solo dalla presunta consorte
ADAMANT osserva il pugnale ed il sangue che macchia i due. domanda poi riferendosi alla donna ''è vero ciò che dice?''
ARHIL [spiaggia] Rimane per un attimo silenziosa, deve decidere in fretta o la sua vita potrebbe essere in pericolo “Certo messere non preoccupatevi, è tutto apposto, io e il mio fidanzato ora ce ne torneremo a casa, si è fatto tardi e poi devo medicare questa ferita…sono così distratta vero amore?” un lieve bacio sulla guancia al presunto consorte a dar maggior credito alla sua pantomima. Recitare non è certo difficile per un’attrice nata quale ella è. “Tesoro andiamo?”
ADAMANT ''perdonate l'interruzione, sono spiacente...'' ribatte imbarazzato. Poi si volta e si allontana lasciando in pace i due
EURIELE [spiaggia] lo sguardo resta fisso sull'umano mentre s'allontana per poi tornare con le labbra vicino all'orecchio della donna ''Stupenda Arhil, davvero stupenda'' proferisce con voce suadente all'orecchio della vittima ''ed ora credo sia il caso di raggiungere la vostra dimora...la ferita non è molto profonda ma fido abbiate perso una discreta quantità di sangue... amoreggerei volentieri con voi avendo or a disposizione questo romantico paesaggio, ma i morti difficilmente son l'indomani... a patto che non siano quelli di Kubren [sorride malevolmente, quindi solleva la gamba sinistra facendola ruotare di altri 180° levando quindi il proprio corpo da quello della dama. Mentre la di lui man dritta va ad afferrare il pugnale della dama si rivolge pacatamente ''Fido anche siate capace d'alzarvi con le vostre gambe, milady... adoro osservare le vostre movenze'' conclude piano
ARHIL [spiaggia] Lo guarda fisso negli occhi senza nulla proferire. Si alza lentamente, la testa è frastornata, la ferita brucia terribilmente. Tiene la mano opposta premuta sul braccio nel tentativo, per quel che può servire, di bloccare il flusso ininterrotto di sangue “Andiamo alla mia dimora allora! Sia come volete!” Inizia a camminare lentamente e un po’ barcollante dirigendosi verso la città con il suo aguzzino armato che la segue passo passo. La luna nella tenebra anche per questa notte continuerà a brillare.
ADAMANT resta immobile nell'oscurità, osservando in disparte la scena. Non è stato in grado di fare nulla... chissà se quella donna avrebbe rivisto un'alba? Certo non sarebbe stato merito suo...

(PARTE 2)
EURIELE [vie cittadine] il burattinaio ancora travestito da barbone avanza tenendo in pugno il pugnale di proprietà della dama che ora si trova d'innanzi a lui. Sorride malevolo il sectator osservando di tanto in tanto qualche goccia del carminio liquido colare per tutto il dritto braccio della donna, tingendo la rispettiva mano, le dita, per poi cadere leggero sul nero suolo delle vie della città.
SCARLET silenziosa avanza tra i vicoli avvolti dalle tenebre…lento è il suo passo fino a giungere nei pressi della bettola
ARHIL [sentiero>bettola] Cammina a fianco del presunto barbone che tale ovviamente non è come è comprensibile a questo punto della recita. La signora della notte si è imbattuta in un attore più esperto di lei a quanto pare. Preme forte la mano contro la ferita ma il sangue scorre comunque lento ed inesorabile. E’ il momento di comprendere che vuole da lei il fasullo ubriacone e magari chi è realmente. Con voce pacata “Bene, messere, vi state divertendo?Io vi ho seguita e ho assecondato le vostre pretese, vorreste almeno usarmi la gentilezza di informarmi sulle vostre intenzioni? Chi siete? Che volete da me? Perché questa pantomima?”
EURIELE [vie cittadine] sorride ancora nel vedere la dama tentare di tamponare la ferita e subito cerca di fermarla ''milady... se fate pressione la mia lama potrebbe conficcarsi ancora più a fondo e certo non gioverebbe alla vostra salute... se non direttamente alla vostra vita [loquisce piano e quasi goliardico il sectator] divertendo? Arhil... dipende da cosa intendete voi per divertimento! potrei darvi entrambe le risposte e sarebbero vere... tutte e due [quindi aumenta leggermente l'andatura in modo tale da giungere alla sinistra della dama, posizione strategica in quanto il pugnale mantenuto nella man dritta non avrebbe difficoltà ad affondare nuovamente la sua lama nelle giovani carni.
SCARLET giunta sulla soglia si porta ora all'interno...dà un rapido sguardo…ma a quanto pare nessuna delle persone che la possono interessare è presente…decide quindi di ritornare sui suoi passi
ARHIL [sentiero>bettola] Lo ascolta in silenzio, il suo amore per il sangue sembra quasi eguagliare la bramosia per la morte e il dolore altrui che leggeva sempre negli occhi del suo amato Dantor. Un brivido la pervade…forse perverso piacere…forse stanchezza fisica…o forse il ricordo di un amore vizioso e irripetibile. Ora vorrebbe solo delle risposte, comprendere la ragione di questo agguato inaspettato, ma il suo aguzzino non sembra disposto nemmeno a concederle questo beneficio. Con voce sempre decisa “Dite messere sono i soldi che agognate? Io non sono ricca, non avete scelto una gran preda!”
EURIELE [vicino alla bettola] la lama del pugnale tenuto nella dritta va a sfiorare i delicati lineamenti della veste della donna ''forse vi sottovalutate, mia signora. Voi siete decisamente ricca e non mi limiterei a rapinarvi se dovessi agire di mia sola volontà. Già... avete una bellezza fuori dal comune, e mia capacità è rendere tale bellezza eterna nel tempo. Che spreco.... [sospira appena il negromante mentre allontana or dalle vesti la gelida lama. intravista la locanda a breve distanza ei pronuncia ancor verbo ''e posso dir con certezza che la vostra bellezza continuerà a vivere in quel corpo ancora per qualche tempo... qualche anno prima che il tempo se ne cibi. Entrate prima voi Arhil e ricordate sempre che tengo ancora un poco alla vostra vita... non vorrei battere in velocità madre natura godendo del vostro ultimo respiro [chiara la gentile minaccia rivoltale. Torna un poco nella parte riprendendo la distorta andatura]
ARHIL [sentiero>bettola] Ancora incomprensibili le intenzioni del falso barbone “Va bene entro prima di voi ma non spingete, mi gira la testa, sono molto stanca e non mi reggo più in piedi! Aprite la porta ve ne prego io non ne ho le energie” Rimane immobile ad attendere che sia lui a compiere quel lieve sforzo ma che per il suo fisico pare oramai impraticabile. Le gambe tremano, la fronte è imperlata di sudore e il viso è freddo, lo sguardo inanimato. Per un istante solamente nella sua mente si affaccia l’idea che all’interno della bettola qualcuno possa comprendere lo stato di pericolo in cui versa ed aiutarla…no, sarebbe inutile…ogni gesto in suo soccorso spingerebbe quello sconosciuto senza scrupoli a toglierle la vita senza alcuna pietà. Si rassegna al suo destino. Dovrà cavarsela da sola.
EURIELE [bettola] le nigre pupille seguono a distanza i movimenti della donna, ed un breve sadico piacere viene provato nel vedere la poveretta non riuscire a compiere quello che ora pareva la tortura più crudele: socchiudere una semplice porta di legno. Portando quindi la mancina d'innanzi alla bocca e socchiudendo gli occhi, inequivocabili gesti del burattinaio, ridacchia silenziosamente ''milady... mi ricordate una cicala. Il vanto e l'ego della stessa furono così imperanti che consumarono tutta la forza e nel momento del bisogno essa è venuta a mancare. Ogni azione, ogni distrazione, ogni sol attimo della nostra esistenza deve essere controllato per non dar luogo a fughe d'energia. Ed ora la vostra vita è riposta in questa vostra forza. Vi dimostrerete quindi formica o cicala? Poca ancora la forza a vostra disposizione ed accurate dovranno essere le vostre scelte.
ARHIL [bettola] Raccoglie tutte le energie rimaste e posando la spalla sinistra spinge l’uscio, entra barcollando, la vista è annebbiata, i pensieri ora son confusi, non comprende che voglia quest’uomo da lei e non ha più nemmeno la forza di domandarlo ancora. Si accascia a terra esausta, alcun passo riesce più a muovere. Lì, immobile nella sala della bettola, lì a terra con lo sguardo fisso nel vuoto e nella testa mille domande senza risposta. “Vi prego ditemi che volete da me!” un filo di voce ora promana da quel corpo sfiancato, ma il contegno permane fiero, nonostante tutto.
EURIELE [bettola] le ultime forze sono state spese ad esaudire il desiderio dell'aguzzino...forse. Poteva essere sì brava da fingere a tal maniera? ''Tesoro! capisco che tu sia esausta dalla camminata, ma almeno raggiungere la tua stanza poteva essere un'ottima idea, non credi? [loquisce con voce profonda in modo tale che gran parte dei presenti possano udirla. quindi s'avvicina al corpo accasciato e sempre mantenendo celata nella dritta il pugnale, tenta di sollevare il corpo] quante volte ti ho detto che è pericoloso istigare i cinghiali del bosco? Forza, ti porto a letto [poggia quindi l'avambraccio destro in vita alla donna mentre la mancina le afferra il rispettivo praccio tentando di sollevarla e caricarsela sulle spalle nella speranza che il proprio fisico riuscisse a sopportare tale peso. Conseguentemente si avvierebbe verso le scale
ARHIL [bettola] Un attimo di tregua e il suo corpo si rianima quel tanto che basta per alzarsi con l’aiuto del suo carceriere. Come vorrebbe scansarlo e non farsi toccare da quelle sudice mani, sporche del suo stesso sangue. L’odore che promana poi è insopportabile. Ma in fondo qualcosa la attrae in quello strano individuo e non sa spiegare che sia, qualcosa di interiore li accomuna. Si appoggia a lui esanime e quasi trascinandosi sale le scale diretta alla sua stanza. Giungono finalmente alla soglia “Ecco questa è la mia umile dimora, accomodatevi, fate come foste a casa vostra!” Nemmeno lei sa dove trova la forza di ironizzare.
EURIELE [scale - soglia] con estrema fatica il sectator porta la donna alla soglia della stanza. Già... la Nera Madre stava già riscuotendo il pagamento...l'indebolimento del suo corpo. mentre la dritta continua a sostenere la donna, la mancina viene portata sulla maniglia. Una leggera rotazione del polso e il ligneo setto divisorio viene aperto ''e così voi siete per lo più una cicala, milady... fredda ed azzardata... peccato che non possa rendervi bella per sempre...'' sospira un poco cercando di mascherare la fatica. Quindi attende che il cane corra a salutare la propria padrona... ma così non è. Avanza dunque verso il letto poggiandovi infine la dama ''...e lasciate pure incustodito questo luogo? il vostro cane dev’essere scappato Arhil.
ARHIL [bettola] Non temete il cane non è scappato, è nell’alloggio del mio amato alla locanda. Il rivedere la sua stanza sembra ridarle un po’ di forza, recupera anche una certa lucidità “Il mio cane avete detto? Ma voi che sapete del mio cane? Perché vi interessa di lui?” Con passo barcollante raggiunge il suo giaciglio, sempre sorretta e accompagnata dal suo persecutore, si sdraia lentamente, deve recuperare energia ora. Silente attende di scoprire le intenzioni del finto barbone, ora è giunto all’agognata meta…che farà? E’ esanime, un solo desiderio insegue il suo cuore affranto, la luna che sprofonda nei meandri della tenebra più nera e solo lì trovare pace e brilla…non un incubo per lei la tenebra ma il suo sogno più vagheggiato e sospirato.
EURIELE [stanza] lascia che la donna si sdrai... nemmeno un gemito di dolore. Sorride ancora questa volta come se fosse più interessato. lascia cadere il pugnale della dama a terra per poi strappare senza alcun complimento parte delle lenzuola poggiandole sulla ferita vicino al pugnale che ancora è conficcato nella spalla ''Semplicemente perchè me ne avete parlato voi alla baia, Arhil... vedo che la ragione comincia a venir meno. Tanto di guadagnato per voi, sentirete meno il dolore. Ora estrarrò la lama. Spero non sfugga alcun suono dalle vostre labbra... sarebbe disdicevole svegliare tutto il piano, non credete? [loquisce con tono allusivo. Quindi senza attendere alcuna reazione da parte della donna estrae lentamente la lama dalle carni per poi tamponare la ferita con le bende precedentemente inventate.
ARHIL [stanza] Lo osserva strappare le lenzuola e comprende che il suo intento è di aiutarla. Nella natura di quell’uomo intravede un po’ se stessa, qualcosa la spinge a fidarsi lui istintivamente … forse non avrebbe comunque altre scelte date le sue condizioni precarie. Ascolta le sue parole e annuisce silenziosa. Il dolore non l’ha mai spaventata, anzi, le consente di estraniarsi dal suo corpo, dal suo animo maledetto. Sente la lama uscire lentamente dalle sue carni e il sangue scorrere lungo il suo braccio, morde le labbra con violenza tanto da ferirle, poi esausta socchiude gli occhi. Basta qualche attimo per recuperare un filo di voce “Che volete da me, ora potete parlare liberamente, nessuno ci ascolta!”
EURIELE [stanza Arhil] la man dritta vien sollevata leggermente solo per un attimo mentre l'opposta afferra i lembi della veste della giovine con l'intenzione di scoprirle completamente la spalla per poi tornare a tamponare ''Cosa voglio io da voi o cosa sono venuto a fare, milady Arhil?” [quindi avvicina le labbra a quelle di lei senza però sfiorarle] Sapete sono due cose completamente diverse... [la mancina viene portata ora sulle gote della donna avvertendone quindi la temperatura corporea. Le dita continuano a sfiorare leggermente tutta la guancia fino all'apice del collo per poi allontanarsi scomparendo nelle vesti dello smascherato barbone ma dall'identità ancora ignota.
ARHIL [stanza] Non reagisce…non può, troppa forza richiederebbe tal gesto. Lo lascia fare, non le sembra voglia il suo male. “Allora ditemi cosa siete venuto a fare? E anche chi siete rivelatemi, già che tutto mi potete parere tranne ciò che volete apparire di essere!” La perdita di sangue sembra essere quasi cessata, grazie certo all’intervento del suo assalitore. Non vuole soldi…no…ma allora che va cercando? Questa è oramai la sola domanda che riecheggia nella sua mente frastornata e confusa, ma è evidente che per quanto si impegni, da sola brancola nel buio, solo lui può fornire adeguata risposta. Se il suo amato fosse con lei ora tutto questo calvario sarebbe evitato, lui saprebbe bene come difenderla da tutto e da tutti, lui avrebbe ucciso senza pietà per evitare che le torcessero anche un solo capello…ma ora l’oscura signora è sola a combattere le sue battaglie, il suo unico amore non la può salvare né confortare, è scomparso nel nulla.
EURIELE [stanza Arhil] quasi un centimetro di lingua fuoriesce dalle labbra del negromante fino ad allora rimaste serrate; delicatamente la bagna di quel poco sangue fuoriuscito dal morso provocato pocanzi, quindi assapora un poco il gusto della dama socchiudendo gli occhi ''sono venuto per privarvi di ciò che tanto amate. Oh, certo questo non può che farmi piacere, ma avrei avuto diversi progetti.'' loquisce mentre ricompare la mancina portante tra le mani un piccolo sacchettino di pelle d'animale. ''L'indomani uno di voi vedrà il tramonto. Lascio a voi la scelta, Arhil'' quindi avvicina il suddetto sacchetto alle narici della dama ''Ed ora la Bella Addormentata tornerà a dormire... vi sveglierete solo quando un principe vi donerà un bacio... [e fissando con i castani occhi quelli della donna, attende ch'ella sprofondi nelle tenebre degli incubi]
ARHIL [stanza] La lingua umida dello sconosciuto si posa sulle sue labbra e beve il suo sangue. Ancora alcuna reazione, lei immobile, una bambola di porcellana ora pare, alcuna emozione traspare dal suo sguardo spento. Non comprende quelle parole, la sua mente annebbiata non si orienta granché, gli occhi sbarrati cercano di resistere al sonno ma chissà che conteneva quel sacchettino di pelle. Un filo di voce “volete…ciò che amo …di…di più? Non capisco…” va scemando ogni suono e morendo in un sussurro incomprensibile. Gli occhi di lui la fissano, lo percepisce, lei è ancora lì, ma nulla può più oramai, si abbandona nelle braccia della tenebra, pur sapendo che questo non sarà un sonno ristoratore ma una notte di tormento e di desideri non soddisfatti.
EURIELE [stanza Arhil] nel vedere la donna addormentarsi, il sectator allontana il viso da quello di lei. si solleva dal letto per poi avvicinarsi alla poltrona. gli stracci da barbone vengono levati velocemente lasciando vedere solo una camicia nera senza braccia alla quale è legato un fantoccio tramite dei fili bianchi. Decisamente differente la carnagione olivastra scoperta in quel momento rispetto a quella chiara e nordica del personaggio fino ad ora interpretato. L'osceno odore di polpette proveniente dagli stracci permea ancora l'aria. Infastidito il negromante afferra la fonte del fetore e l'allontana in un angolo della stanza. Quindi si porta verso il bagno con l'intenzione di levar dalle sue carni l'indisponente olezzo. Solo un istante lo sguardo è posato sul corpo della dama probabilmente già in preda a qualche incubo causato dagli influssi che involontariamente Euriele emette. Già... per quella notte quella donna proverà cosa significa essere influenzata da Lei... una sera. Triste invece il proprio destino...costretto ad un sonno mai di riposo, costretto a servire colei che ha sempre cercato e che forse ha sempre voluto.
(PARTE 3)
ARHIL [lago>foresta di luce]Una notte maledetta quella da poco terminata. La morte pareva seduta al suo capezzale pronta a rubarle l'anima non appena la Signora della Notte, anche per un solo istante, avesse pensato di arrendersi, di non combattere più contro chi è più forte e temibile di lei. Visioni di una realtà prossima ad avverarsi o incubi provocati dal veleno, dalla febbre e dal dolore?Alle prime luci dell'alba il suo aguzzino, senza ancora farle comprendere cosa va cercando da lei, la trascina fuori dalla stanza. Non può che seguirlo seppur dolorante e febbricitante a causa della ferita forse infetta, stanca, per il sonno insopportabile al quale era stata indotta e dal quale desiderava solo di uscire. Forte il carattere della signora della Notte che malgrado tutto, si regge in piedi e segue quel falso mendicante che ora assume sembianze diverse ma non meno temibili. Si recano al molo e di là vengono trasportati verso l'isola attraverso le placide acque del lago. Giunti alla riva scendono, la prigioniera riconosce quel loco ameno, è la foresta di luce. Chissà quali sono gli oscuri piani del suo rapitore...non osa chiedere ora.
EURIELE [sponde foresta luce] Il giovane sectator quel giorno sfoggiava abiti ben più comuni e, per quanto possano essere considerate rinomate le vesti dei benestanti popolani, decisamente più consoni e comodi. Tra sé sorride al sol pensare degli incubi che potevano aver posseduto e sedotto la giovane donna, incubi che con tutta probabilità sono stati protagonisti di ben poche sue notti. Le rosse gote anticipavano i primi sintomi di malessere e forse di qualche linea di febbre. Le visibili occhiaia sotto gli occhi confermavano le ipotesi del negromante, che, ancora più compiaciuto di se stesso, avanzava a passo andante nella foresta luce. In lontananza, sulla sinistra, il lago ed appena più avanti, sempre sulla sinistra, la strada che porta alla locanda. Un brivido or percorre tutta la schiena, come ad avvisare il sectator che tra tutti i luoghi in cui egli poteva imbattersi aveva scelto quello sbagliato. La presenza sacrilega nel negromante era pesantemente schiacciata dalla sacralità della foresta luce, sacralità eguagliata, sull'isola, solamente dal Tor e dal tempio delle sacerdotesse. "Arhil, affrettate il passo. Tra poco saremo giunti...".
ARHIL [foresta di luce>locanda] Stanca e visibilmente affaticata nel fisico la signora della notte, è poco abituata a vagare alla luce del giorno che normalmente la irrita e infastidisce, giacché solo la tenebra pare darle conforto e appagamento. Pur tuttavia il suo spirito è tenace, ella resiste ad ogni sofferenza nel corpo e nell'anima. Lo segue in silenzio e nota un forte disagio in quel giovane, pare quasi voler scappare velocemente da quel luogo, come se una bestia feroce lo stesse inseguendo. Alle sue parole trova l'energia per tentare di comprendere che le sta succedendo "Giunti dove? Dove mi state conducendo?Perchè non mi dite che andate cercando da me?" La voce è nitida, le parole scorrono con fermezza. Ora i suoi pensieri si perdono alla ricerca di risposte. Pensieri di speranza si affollano nella mente ancora annebbiata dalla droga. Sì, forse qualcuno si aggira nella foresta e potrebbe prestarle soccorso, liberarla dalle grinfie di quello sconosciuto. Gli occhi vagano inutilmente intorno, solo rumori di animali allegri, alcuna presenza umana o pseudo tale le è possibile scorgere. La consapevolezza sempre più forte di essere la sola artefice del proprio destino.
EURIELE [lago -> sentiero] sulla sinistra il lago e poco più avanti una immaginaria biforcazione. Svoltando a destra: la locanda. Poca attenzione ven prestata alle parole della dama e solo una frase scoordinata dalle domande ven proferita "Poco fa qui è avvenuto un omicidio di rara crudeltà. Si dice che nessuno ad eccezione dei leggendari centauri, che a me tutto paion eccetto creature divine, sappian la verità, e certo sulle loro coscienze qual peso può opprimerli.". Veloci le pupille scrutano attorno. Impossibile celare il disagio provato in quel momento, ma quella fantasiosa storia potrebbe forse occultare i veri motivi. "Vi consiglio di farvi formica. State in silenzio e risparmiate le forze per quando ve ne sarà bisogno..." e detto ciò sfiora le limpide acque del laghetto svoltando a sinistra. In lontananza l'uscita dalla foresta e l'ingresso alle vie cittadine.
ARHIL [sentiero>locanda] Un profondo disagio si impossessa della signora della notte, non sa darne razionale spiegazione, chissà di che si tratta...forse una sorta di timore suscitato da quel macabro racconto. Non sa spiegarsi il suo stato d'animo, non sa comprendere nulla di ciò che accade intorno a lei e dentro lei. E' rassegnata a seguire quello sconosciuto. La direzione sembra essere quella della locanda...una timida speranza si affaccia ora al suo cuore...ma sì, certo...forse sono diretti alla dimora di Dantor...forse quest'uomo sa qualcosa del suo amato. Poi di nuovo il terrore si impossessa del suo animo...forse è un suo nemico e vuole usare lei per stanarlo, nel qual caso sarà decretata la sua fine… perchè lui l'ha abbandonata. Pensieri sconnessi, dolore, afflizione...che fare? che dire? A volte il silenzio è la scelta più opportuna e sarà l'evolversi degli eventi a dare le risposte necessarie.
EURIELE [sentiero -> locanda] passi veloci quelli del sectator costretto in quel luogo profano dal suo punto di vista. Ancora diversi brividi percorrono la sua schiena... fortunatamente la foresta giungeva al suo termine e con tutta probabilità quella inadeguata sensazione sarebbe almeno leggermente scemata. Solo il rumore che la ghiaia provoca nello spostarsi a causa dell'incessante camminare dei due or meno il rumoreggiare della selva, mano a mano s'affievolisce il canto del canarino e appassisce nelle narici il fresco odore delle infiorescenze nonostante la stagione invernale. Invera perenne primavera racchiusa dalla Dea nella foresta tormentava gli animi di coloro che servivano la Nera Madre. Erba fresca, sole ovunque, ampi spazi aperti! Azrael doveva dar in cambio qualcosa di adeguatamente succulento per quel capriccio divenuto ormai una fine tortura. "Arhil, muovetevi. Tra poco la formica potrà concedersi qualche attimo da cicala".
ARHIL [sentiero>locanda] Cerca di aumentare l’andatura per tenere il passo con il suo aguzzino, per quanto il suo fisico debilitato le consenta. Oramai la locanda è vicina, la si intravede, l’armonia e la soavità che promana dalla foresta di luce si affievolisce sempre più sino a divenire quasi impercettibile, ma alcuna sensazione positiva sarebbe comunque in grado di calmare le ansie e i tormenti della signora della notte. Solo il silenzio pare voler inghiottire tutto. Un silenzio doloroso, un silenzio che ferisce come una lama che trafigge il cuore… il silenzio del dubbio, della paura, della sofferenza, della solitudine delle anime perse. Chissà che intenderà dire costui con quelle parole…cicala… formica…solo suoni che riecheggiano nelle sue orecchie senza veramente raggiungerla, il vuoto la fa da padrona. Arresta d’improvviso il suo incedere e una smorfia di terrore si dipinge ora sul suo volto “Nessa!” esclama ad alta voce senza nemmeno rendersene conto. “Messere, perdonatemi …Vi prego ditemi, cercate qualche proprietà di Ser Dantor, volete che vi conduca alla sua dimora per questo? Ho bisogno di saperlo! Vedete, il mio adorato cane si trova lì e se mi vedrà giungere assieme a voi potrebbe aggredirvi per difendermi…non vi conosce…Non voglio accada nulla di male né a lui… né a voi. Vi darò qualsiasi cosa vogliate ma vi supplico, consentitemi di entrare sola e di allontanare Nessa” Accorato il tono, supplichevole l’espressione. Falsa la preoccupazione per la vita dell’uomo. Un essere senza scrupoli è sempre pronto a farsi comprare per ciò che lo interessa, questa la sua unica speranza. Disperato il tentativo di capire le intenzioni del malvagio e di proteggere nel contempo il suo cane che potrebbe rischiare la vita per difendere lei. Certo, sentendola in pericolo accorrerebbe in suo soccorso e quell’uomo è armato! Solo la sua voce riecheggia nell’etere e poi nuovamente silenzio, nuovamente il nulla.
EURIELE [sentiero -> locanda] Infin giunti ai margini della foresta il peso che gravava sul sectator sembra attenuarsi un poco donandogli, seppur minimamente, un poco di sollievo. Nell'avanzare la man dritta stacca un piccolo rametto e mentre la donna imperterrita continua nel suo loquir, un necromantico influsso sgorgante dalle dita par fare seccare il vegetale appena raccolto. Scena che ovviamente la dama non può aver visto in quanto si trova alle spalle del necromante. La suddetta mano viene quindi aperta lasciando cadere il rametto secco. Sorride ancora quindi proferendo sol ora alcune parole ''Oh, non vi preoccupate. Nessa non correrà in vostro aiuto... alcuni amici druidi mi hanno insegnato qualche piccolo trucchetto! Piuttosto consiglio per l'incolumità dell'uomo vostro, d'avvertirlo e rincuorarlo prima del nostro ingresso...non vorrei farvi assistere al deperimento di una vita.” E voltando un'angolo vede l'ingresso della locanda a pochi metri da loro.
ARHIL [locanda-esterno] Lo segue ancora mentre assorbe attenta le sue parole. “Un trucchetto???? Quale trucchetto? Non farete del male al mio cane vero? Ve ne prego…farò tutto quello che mi chiederete” la voce tremolante ma lo sguardo sempre deciso e fiero. Una smorfia sul volto quasi a confermare i suoi dubbi e dar parziale risposta ai suoi quesiti. Dunque è Dantor che cercano, vogliono lui, allora è in pericolo…forse per questo è scomparso e non perché non la ama più…ha dovuto lasciarla sola. Un moto di soddisfazione e una lacrima di speranza a rigare quel viso sfatto dal dolore, dalle notti insonni e dai tormenti del cuore. Il suo unico amore forse tornerà…o no, se lo troveranno sarà la fine per lui! “Lo avviserei, se potessi ma non so dove sia, mi ha lasciata da tempo. Che cercate? Io so tutto, posso darvi tutto!” Oramai son giunti davanti all’ingresso della locanda e la signora della notte ancora non conosce quale miserabile destino l’attende.
EURIELE [locanda esterno -> interno] Euriele si ferma d'innanzi alla soglia portando la mano sinistra da distesa lungo il fianco alla maniglia della porta; piega leggermente il manico permettendo quindi all'uscio di socchiudersi ''Qualsiasi cosa per un cane? dareste forse la vostra vita per un animale? Noi siate sciocca milady e ponderate le parole. Ora, mia dolce consorte, entrate pure e conducetemi alla vostra stanza senza destar sospetto alcuno'' quindi un ultimo sorriso ven dipinto sul volto in attesa ch'ella si prodighi ad eseguire gli ordini impartiti.
ARHIL [locanda>stanza] Lo precede obbediente e silenziosa. Nulla può fare in questo momento. La sua vita in cambio di quella di Nessa? Mai si era posta un simile quesito. Chissà…forse sì, sarebbe stata pronta a sacrificarsi per il suo cane…o forse in realtà la sua vita passata avrebbe avuto la meglio su quel cuore che negli ultimi tempi prevale su tutto, avendo perso la memoria di chi realmente ella sia. Forse l’istinto avrebbe fatto emergere il suo profondo egoismo… Ma l’arte della trattativa ce l’ha nel sangue sin da bambina e forse in questo momento è ciò che le serve. Attraversa silenziosa la locanda guardando di sfuggita i presenti, poi fissa gli occhi a terra e sale le scale diretta alla dimora del suo amato seguita ad ogni passo dall’aguzzino. “Volete dire che è vostra intenzione uccidere il mio cane? E perché mai dovreste compiere un simile gesto? Che vantaggi potrebbe mai arrecarvi?” Il tono si fa basso per essere udita solo dal folle.
EURIELE [locanda -> stanza] le nere pupille si soffermano sull'esile figura ancora debilitata che ostentando fierezza entra nella locanda. Tentando di concentrarsi sulle necromantiche energie prodotte, tenta di rinchiuderle dentro di sé provocando di conseguenza l'esasperazione della percezione sensoriale con il conseguente consueto disagio mentale. Nulla però par trasparire dai suoi atteggiamenti e entrando in modo abbastanza rozzo saluta qualche popolano seduto ai tavoli seguendo la sua preda. Quindi giungendole al fianco e porgendole la manca in vita, fingendo di sorreggerla, sussurra qualche parola ''e se volessi solamente i vostri preziosi? sareste per caso stupita?'' la dritta rientra nella manica afferrando blandamente l'apice dell'elsa di un pugnale nel qual caso dovesse capitare un qual che sia imprevisto.
ARHIL [locanda > stanza] Sente quella mano sfiorarla e un brivido di fastidio e di terrore la pervade, una sensazione negativa che non conosce nome. Intanto a passi lenti giunge nei pressi della stanza di Dantor. Nessa si agita e mugugna al suo interno, deve aver sentito il passo e l’odore della sua amata padrona. Il terrore si impossessa ora della signora della notte, non ha energie per difendere né se stessa né tantomeno la sua adorata Nessa. Forse vuole davvero i suoi preziosi…ma no…non è credibile. Avrebbe preso ogni cosa di valore anche alla bettola se fosse stato così e invece non ha toccato nulla. “Non esitate a chiedere…denaro, preziosi, qualsiasi cosa mi sia possibile darvi consideratela vostra!” La voce denota ancora una ferrea volontà di raggiungere un accordo con quello sconosciuto e soprattutto il desiderio di comprendere davvero cosa vada cercando da lei, il suo favellare è di certo ironico. Sino ad ora l’ha manipolata e ha giocato con le sue paure e le sue speranze, è evidente…ma come spingerlo a trattare? “Ci sarà qualcosa che posso fare per voi!...Non esitate, vi prego parlate…Lo farò!”.
EURIELE [porta stanza] Osserva i passi pesanti della dama segni evidenti della debilitazione del corpo causata dalla ferita al braccio. Accenna ad una risata all'interrompersi delle parole della donna rispondendo quindi curioso ''E ditemi quindi, sembra che il vostro cane... Nessa! Sembra che al vostro cane ci teniate quasi quanto la vostra vita. Quale delle due anime salvereste? Mi divertite sapete!'' Raggiungono quindi l'uscio e presto udibili sono i latrati del cane ''Aprite senza timore per la mia persona, ma piuttosto per ciò che ivi custodite.'' Mentre la manca sostiene debolmente la donna, la dritta va a posarsi sotto il mento di Arhil voltando quindi il viso verso quello del Burattinaio di modo tale ch'egli potesse osservarla negli occhi cercando d'avvertire la paura e lo sgomento.
ARHIL [stanza] Estrae la chiave lentamente oramai è giunto il momento della verità, ora scoprirà che vuole da lei quel pazzo…forse si vuole divertire tormentandola a lungo per poi alla fine privarla della vita. Forse questa è la giusta punizione per tutte le angherie progettate e commesse assieme al suo Dantor. La vita prima o poi restituisce sempre a ciascuno il proprio. E’ esausta, fragile come un prezioso vaso di cristallo nelle mani di un bimbo che in qualsiasi momento, per puro divertimento potrebbe gettarlo a terra e godere nel vederlo frantumarsi in innumerevoli minute schegge. Sostiene fiera lo sguardo. Paura? No, non è un sentimento che alberga nel suo cuore. “La vita? La morte? Che differenza volete che faccia per me? Sono un fantasma che gira inquieto nella tenebra alla ricerca di ciò che non potrà mai avere…già questa non è vita! Ma il mio cane non ha colpe…lasciatelo vivere ve ne prego!” Tono pacato, voce ferma di chi non ha più nulla da perdere oramai, di chi ha già perduto tutto ciò che sognava. Nemmeno la speranza può servire più per chi è perso nell’oscurità come lei. Apre la porta e la sua dolce Nessa cessa immediatamente di guaire e fugge a nascondersi dietro il comò, incomprensibile il suo atteggiamento…che abbia sentore della loro fine imminente?
EURIELE [stanza interno] Immoto resta ad ascoltare le richieste di pietà della donna quasi come a raccomandare ad un possibile dio la propria anima e la vita del suo cane. La di lui destra mano lascia l'impugnatura del pugnale per poi alzarsi fino al volto scostando qualche capello che inavvertitamente era caduto sul viso della dama. Non più d'un impercettibile sguardo ven ceduto al cane che, a causa del terrore provocato dagli oscuri effetti della Nera Madre, si rannicchia in quello che per lui potrebbe essere il posto più sicuro. ''Mi state quindi chiedendo di cogliere la vostra anima, milady?'' e senza accennare ad altro l'accompagna all'interno della stanza facendo chiudere dietro di sé la porta. ''E cosa vi dice che dopo aver catturato la vostra essenza io non colga anche quella di Nessa? Cosa o chi potrà impedirmelo?'' Avvicinandosi quindi al letto cercherebbe di posare la donna su di esso.
ARHIL [stanza] Non oppone resistenza. Si lascia spingere verso il letto. Non riesce a comprendere le intenzioni del folle, lei non crede in nulla, la sua vita senza il suo amato non ha scopo. Ma è vero, se lei morrà la sua Nessa non avrà nessuno a proteggerla…ripensa a suo padre, qualche flebile ricordo nella sua mente oscurata dall’oblio, quel cane glielo aveva donato lui. “Avete ragione, sono in vostro potere e così il mio cane! Potreste fare di noi tutto ciò che vi aggrada, nessuno accorrerà in nostro aiuto, nessuno! Siete certo però che da morta posso esservi di una qualche utilità? Forse da viva potreste ottenere molto di più…ovviamente la mia salvezza è inscindibile da quella del cane. Vi ripeto per l’ultima volta, chiedete! Potrei servire a qualche vostro scopo malvagio…so fare qualsiasi cosa, non ho scrupoli e non temo la Nera Madre, non esitate, parlate!
EURIELE [stanza] Con garbo ei tende il braccio sinistro verso il letto poggiando quindi la donna, come se stesse accudendo un pettirosso con un'ala spezzata. Rincara la dose d'emanazioni nei confronti della bestia, forse solo per divertimento, mentre resta ad ascoltare le parole di Arhil. Quindi avvicina ancora il proprio viso a quello di lei portando le labbra ad una distanza d'un singolo centimetro ''chiunque ora avrebbe azzardato un'azione incauta... è l'istinto. Anche le mie bianche farfalle ci hanno provato, ed ora non sono altro che concime per esseri al di sotto della loro catena alimentare...'' resta qualche attimo in silenzio non movendosi d'un millimetro cercando di scrutare negli occhi della donna anche il minimo disagio di quella insolita e oltremodo sensuale posizione. ''E' possibile che possiate essere più utile da viva che da morta... vi impartirò alcune condizioni per aver salva la vostra vita e quella di Nessa. Le accettate a priori?''.
ARHIL [stanza] Farfalle? Ma che vaneggia quel folle! Forte è il disagio arrecato da quella bestia che le sta ora addosso, che gode nel sentirla in suo potere, ma non sarà così. La sua mente si libra in alto non è possibile possederla. Un tremito la percuote, ma il suo viso rimane impassibile, non può mostrare la sua fragilità o lui ne godrebbe ancora. Nessa si scorge appena accovacciata dietro il comò, povera bestiola! Una proposta finalmente. “Accetto la vostra proposta, purché sia praticabile e se non mi sarà possibile accontentarvi, farete di me e del cane ciò che vorrete! Non ho nulla da perdere oramai, ho forse scelta? Voi dettate le regole, voi imponete i giochi…io non posso che aspettare e dire sì.
EURIELE [stanza] sorride alla decisione più che ovvia presa dalla donna. Si allontana quindi da lei e si reca a metà strada tra il letto e la porta d'uscita "Così sia. Voglio che voi e nessun altro decapitiate un cane lupo bianco identico a Nessa e che le viscere siano asportate e mi vengano consegnate in quel recipiente” con lo sguardo indica una ciotola ovale posata sul comò, “Ma non basta, dovrete in qualche modo riparare alla perdita di tempo che mi avete causato e quindi sopra le viscere mi farete trovare del veleno che provvederete ad acquistare per me alla Casa dei Veleni, sto parlando del Frosin. Il tutto dovrà svolgersi in un lasso di tempo che a voi non spetta sapere. Potrebbe quindi essere tra una luna o tra una notte. Nel qual caso non riscontrassi i risultati voluti, prenderei le vostre anime. Avete domande?''
ARHIL [stanza] Prova un forte piacere nel sentirlo finalmente allontanarsi dal suo corpo, quasi si liberasse da un’influenza nefasta che la opprime. Ascolta con un certo disgusto dipinto sul volto la richiesta del folle, che oramai si conferma tale in ogni suo gesto e pensiero… eppure le pare una follia calcolata, qualcosa di artefatto, difficile comprendere per lei, soprattutto nelle sue condizioni fisiche e di debolezza mentale. Con voce sicura ed espressione soddisfatta favella decisa “Avrete il vostro cane, così come lo volete…ma vi devo consegnare solo le viscere o abbisognate d’altro?” Rimane un attimo assorta, quasi a cercare dei remoti pensieri, tenta invece di raccogliere le forze per non farsi sfuggire qualche dettaglio fondamentale per la riuscita del baratto…ne va della loro vita, in particolare quella di Nessa. “Perdonate, un’altra domanda: il Frosin e le viscere del cane o qualsiasi altra parte di esso vogliate, dove le dovrò consegnare appena le avrò? Sapete la carne morta…puzza in breve tempo!”
EURIELE [stanza -> uscita] Or muove qualche passo mentre ascolta seppur con leggerezza le parole della donna, e senza fermarsi le risponde pacatamente ''viscere e testa. Queste le uniche parti del corpo che desidero. Inoltre vi contatterò io, non cercatemi''. Imperterrito avanza fino all'uscio. La dritta afferra la maniglia tirandola a sé e divaricando l'uscio ''Oh... per l'odore vi consiglio degli ottimi unguenti certamente rimediabili senza troppa difficoltà al mercato o in città'' detto questo sorpassa la lignea porta giungendo nel corridoio ''Buona fortuna principessa, e state attenta al drago... non si sa mai a che punto della storia possa comparire'' quindi un ultimo suono suggerisce la chiusura della porta.

Arhil Manavar...la luna nella tenebra
Tristalia.@
00venerdì 21 marzo 2008 16:08
Bene, ho letto la ruolata, per altro molto lunga e posso approvare la richiesta skill.

Ricapitolando :

SKILL DI CLAN : SANGUE FREDDO LIVELLO 1


Ciao e buon gioco




Lady Arhil
00venerdì 7 novembre 2008 16:25
Salve. Non so bene come andrà risolta la sensata questione posta da Kubren sulla inutilità di porre la domanda per incrementare il livello delle skill di clan, giacché vanno concesse di default in base all'anzianità dettata dal karma e quindi dovrebbero essere automatiche. Nelle more della discussione però, onde evitare irregolarità, informo che Arhil ha raggiunto quasi 21.200 punti karma e pertanto sono a chiedere l'aggiornamento della skill di clan in sangue freddo livello 3. Grazie e a presto.
Arhil Mànavar...la Luna nella Tenebra
latis
00martedì 18 novembre 2008 18:16
//ciao,
ancora non c'è nulla certo..per le skill di clan, e la proposta è in fase d'esame (per quello che ne so...) quindi mi attengo al mio vecchio modo di fare... ^^ per avere la skill devo leggere una role pertinente .
Mi spiace
e buon role
Lady Arhil
00mercoledì 6 gennaio 2010 16:58
RICHIESTA SKILL SANGUE FREDDO LIV. 3

Gentili membri del Clan Nordico,
avendo raggiunto quota 31.343 karma, chiederei l'aggiornamento della scheda al livello 3 di sangue freddo. Vorrei segnalare che il livello 1 è in mio possesso da molto tempo ma mi sono accorta che non risulta segnalato in scheda. Forse non è stato reinserito dopo la riattivazione del pg.
Grazie.
Valstaf
00giovedì 7 gennaio 2010 21:08
quale deplorevole mancanza. [SM=g8890]

..provvedo a dirlo a chi di dovere.

SKILL SANGUE FREDDO LIV III APPROVATO

Valstaf Valsijlevitch
Rowan.16
00giovedì 7 gennaio 2010 22:09
Ci penso io [SM=g7566]

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