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L’immortale

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2010 22:25
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Post: 665
Età: 59
Sesso: Maschile
21/02/2010 19:22

Quando si è bambini ci si percepisce come immortali come se nulla mai possa accaderci nulla possa lederci. Crescendo poi ci si rende conto di quanto siamo fragili e vulnerabili.

Erano due anni, quasi tre che effettuati alcuni accertamenti per degli eventi di tachicardia che non avevo mai preso troppo sul serio, ero in attesa di essere chiamato per sottopormi ad uno studio elettrofisiologico con possibilità di procedere ad una ablazione transcatetere. Tachicardia per la quale mi fu praticamente proibito di continuare a correre da colui che fu il primo cardiologo che giunse alla conclusione che si doveva procedere con lo studio. Mi diceva che il rischio era troppo alto, ma io che un po sono testa dura ed un po sono scordarello avevo praticamente dimenticato quella raccomandazione e continuato a correre come se nulla fosse. Sono stato sempre fortunato!

Una settimana fa mi arriva un telefonata, ero il centro cardiologico che mi aveva messo in lista di attesa. Mi chiedono se sono disponibile per marzo per procedere all’intervento. Ma certo rispondo io sorpreso che quasi mi ero dimenticato d’essere in lista. Avevo cominciato a prepararmi psicologicamente per l’evento, quando due giorni dopo mi chiamano ancora e mi dicono che essendosi liberato un posto era possibile effettuare il ricovero immediato. La telefonata arrivava il lunedì e l’intervento avrebbe dovuto essere per il venerdì successivo. Praticamente pochi minuti per prendere una decisione e 5 giorni (pochissimi!) per prepararmi psicologicamente a qualcosa per cui pensavo d’avere molto più tempo.

E’ venerdì entro in ospedale, neanche il tempo di realizzare cosa sta succedendo, neanche il tempo di approfondire cosa mi accadrà, mi ritrovo in una strana sala operatoria che più che una sala operatoria sembrava un centro elaborazione dati per quanti monitor c’erano. Almeno 4 sul lettino operatorio ad uso del cardiologo che li avrebbe usati per condurre l’intervento, ed un po anche a mio uso che ho potuto vedere in diretta cosa succedeva.

L’intervento in se, che chiamarlo intervento non è appropriato, non è di tipo chirurgico. Vengono inserite una serie di cannule in un paio di vene ed una arteria all’altezza dell’inguine e se necessario (ne mio caso lo è stato) un’altra nella giugulare. Attraverso quelle cannule fanno passare delle sonde (cateteri) che giungono fin dentro il ventricolo e l’atrio, strumenti necessari per studiare e scoprire la causa delle aritmie.

E sapete come fanno a capire da dove e come parte una tachicardia? Danno una scarica elettrica nel cuore al fine di provocare l’evento per poi seguirne il percorso fino a trovare i conduttori anomali che quando vanno in corto circuito mandano il cuore in tilt. Una volta trovati quei conduttori che loro chiamano vie accessorie, ovvero conduttori elettrici non indispensabili, li ablano. Praticamente eseguono una interruzione del conduttore elettrico attraverso l’applicazione di forti fonti di calore che provocano delle bruciature.

Io ero abituato ad avere a che fare con le tachicardie ma credetemi, stare 4 ore su un lettino con due cardiologi che a comando ti mandano il cuore in tilt e poi lo riportano alla normalità non è una sensazione esaltante. Il fatto di fare l’intervento in anestesia locale ti fa avere consapevolezza assoluta di quello che sta accadendo incluso quello che gli operatori si dicono in sala operatoria.
E credetemi se qualche volta mi hanno fatto anche preoccupare.

Era in quei momenti che pensavo all’immortalità, o meglio pensavo a quanto siamo vulnerabili, sentivo il cuore che andava a comando, sollecitato e normalizzato come se fosse un oggetto radiocomandato. Pensavo a quanto fosse facile spegnere il motore. Pensavo, e se dovessero dare una scarica troppo forte?... e se non fossero in grado di riportarlo alla normalità?... che stress credetemi… sono entrato in sala operatoria per rimettere a posto il cuore e ne sono uscito con un gran mal di testa.






La moderazione del forum non è un pranzo di gala,non è una festa letteraria,non è un disegno o un ricamo,non si può fare con tanta eleganza,con tanta serenità,con tanta grazia e cortesia.La moderazione del forum è un atto di violenza.

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Post: 759
Città: MANTOVA
Età: 45
Sesso: Femminile
23/02/2010 23:05

Mammina santa....c'e' davvero da preoccuparsi a vivere un momento cosi.....spero si sia risolto comunque tutto con la tua piu' completa guarigione...anche sul lato emotivo......credo non sia stato per niente facile..anzi....
Pero' concordo sul pensiero iniziale.....si vivono molti molti anni senza pensare che siamo..per cosi dire...solo di passaggio.........poi arrivi a un punto..o almeno per me cosi e' stato.....che la realta' dellla vita ti bussa alla porta e rimane a farti compagnia costantemente......a volte la si percepisce a volte ce la scordiamo.....ma da quando arriva.....non se ne va piu' ...e forse e' come si dice spesso...parte dell'intero pacchetto della crescita che tutti noi facciamo...
...un forte abbraccio....
[SM=g1804109]


"sii sempre il meglio di cio' che sei"

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Post: 713
Città: SASSUOLO
Età: 47
Sesso: Maschile
25/02/2010 15:59

intanto, spero che tutto si sia risolto bene, poi nel momento capisco l'agitazione ma l'importanta è ricordarla dopo con un sorriso [SM=g27985]

Immortalità.. già.. quella sensazione di essere immuni da tutto, quando a un tratto arriva un ago a far scoppiare la bolla di sapone..
Effettivamente c'è questa sensazione che nulla ci potrà tangere.. anche se poi subentra la paura che così non sia..
la cosa più giusta nel "sentirsi immortali" è comunque esserlo con prudenza: la medicina è un aiuto, perchè non usufruirne per rafforzare la nostra "immortalità"?

Un abbraccio forte


Come un pirata ho girato nei mari della solitudine, alla ricerca della giusta isola; sono attraccato in una quasi per caso, ho scavato: proprio in quella ho trovato il mio Tesoro

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Post: 94
Età: 64
Sesso: Maschile
26/02/2010 22:25

Concordo pienamente nel ritenere simili interventi - in anestesia locale! Io se potessi mi farei fare l'anestesia totale dal dentista... - delle esperienze molto invasive e molto poco piacevoli. Spero che almeno siano serviti a qualcosa e che ora, fatte le ablazioni, tu possa vivere più tranquillamente.

Mi dai però lo spunto per parlare del fatto che siamo vulnerabili. Contrariamente alla maggior parte del resto del mondo io sono sempre stato (e sono) cosciente di essere qui provvisoriamente. Mia madre era infermiera e ha curato fino alla fine prima suo marito poi gli suoceri e poi veniva chiamata anche da terze persone che cercavano disperatamente chi potesse curare i loro congiunti a casa per non doverli mandare a morire in ospedale. Questo ci ha portato a discutere spesso fin da piccoli del fatto che si morisse. Ci ha abituati alla morte. Nel discorso di Steve Jobs alla consegna dei diplomi a Stanford - per il quale hai messo il link in un'altra discussione del forum - fra l'altro parla anche di questo aspetto. Dice che da giovane qualcuno gli ha detto di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, perchè prima o poi ci avrebbe azzeccato... e che lui ha sempre cercato di vivere così.
Quando io ero bambino il grande tabù era il sesso. Oggi che il sesso è spalmato su tutti i muri, in tutte le riviste e su ogni video, il tabù è diventata la morte. Sarà una forma di istinto di conservazione, ma si fa una fatica tremenda a parlare oggettivamente della morte quando basterebbe guardarsi attorno per costatare che ne muoiono un sacco tutti i giorni e prima o poi toccherà anche a noi. Ma tutti cercano di scacciare questa realtà e vivono come se fossero eterni e fanno il diavolo a quattro per ogni incidente e ogni infortunio che succede. Sto parlando di terze persone, è ovvio che quando il lutto ti colpisce direttamente è tutto un altro discorso. Ma il problema di fondo non cambia di una virgola.
In realtà il solo fatto di nascere è l'inizio di una percorso colmo di rischi e pericoli che prima o poi l'avranno vinta loro. Non dico che occorre accettare supinamente questi rischi senza far nulla ma secondo me - almeno alle nostre latitudini - stiamo ampiamente esagerando nel limitare le libertà personali in nome di un'isteria salutistica e di una ricerca forsennata dell'azzeramento del rischio che ci penalizza sempre più. L'impressione è che ciò che non è proibito è obbligatorio. Alla fine della nostra vita creperemo tutti in ottima salute e perfettamente sterilizzati. Ma che vita avremo fatto nel frattempo? Arriveranno a proibirci di andare a letto perchè ne muoiono più lì che in qualsiasi altro posto...


L'unica utilità della previsione economica è quella di far apparire l'astrologia una materia degna di rispetto.
John Kenneth Galbraith

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